Il noto conduttore Massimo Giletti, durante un’intervista al Corriere della Sera, ha lanciato una stoccata ai virologi come Burioni e Pregliasco.
Massimo Giletti, uno dei più talentuosi conduttori italiani, anche lontano dalle telecamere dei propri programmi va dritto al punto. Non cela il proprio pensiero, non nasconde le sue impressioni. Il valore della verità, a lui tanto caro, non viene mai meno. È così che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera parla della propria vita professionale, dei colleghi, ed anche di alcune personalità che in questo periodo emergenziale hanno riscosso notevoli successi, ma anche attirato a sé numerose critiche. Il riferimento va ai noti virologi Roberto Burioni e Fabrizio Pregliasco.
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Il conduttore di Non è l’Arena, uno dei programmi di punta di La7, è chiaro e conciso. Massimo Giletti intervistato dal Corriere della Sera non si nasconde ed esprime il proprio parere senza edulcorare i concetti. Le sue sono riflessioni si basano su un’esperienza trentennale, fatta di giornalismo d’inchiesta, conduzione di programmi di intrattenimento e molto altro.
La prima domanda rivoltagli riguarda un bilancio di quella che è la sua vita professionale. Giletti sul punto afferma: “Sono sempre rivolto al futuro, alla ricerca del domani e godo poco il presente. Quella appena trascorsa è stata un’annata straordinaria “. Il riferimento va al suo programma in onda su La7 che ha registrato una media del 7% di share. Il conduttore chiosa affermando di essere fiero del lavoro svolto.
Non può mancare una domanda relativa al caso Di Matteo-Bonafede e dell’intervista al dottor Palamara. Con la sua trasmissione Giletti ha, infatti, portato alla luce numerosi scoop. “Ho un unico obiettivo: tentare di raccontare la verità attraverso le nostre inchieste. La storia di Bonafede – afferma Giletti al Corriere della Sera– conferma che la verità è un’utopia, soprattutto quando tocca il potere dei palazzi “.
Si passa poi a domande più personali, come quella relativa all’influenza che ha avuto la pandemia sul suo programma. Giletti afferma che ogni stagione è a sé, è evidente che il Covid-19 non poteva non influire sulla scaletta del suo programma. Proprio in merito alla pandemia ed in particolar modo a chi durante questo periodo ha riscosso notevole successo – i virologi si intende- Giletti si esprime lapidario. “La scienza è in continuo divenire, procede per test e tentativi, non arriva subito al risultato. Ciò che contesto ai Burioni, ai Pregliasco è che non abbiano avuto l’onestà di dire di aver sbagliato“. Dichiarazioni perfettamente in linea con i duri rimproveri mossi già nel corso della sua trasmissione.
A Massimo Giletti, però, importa solo della verità. Si definisce un anarchico, uno che va controcorrente. Non esente da critiche il conduttore proprio per tale ragione. A lui, però, non importa il suo pubblico e chi lo stima sono numerosi.
Alla domanda se avesse invitato troppe volte nelle proprie trasmissioni Giorgia Meloni e Matteo Salvini, Giletti tuona: “Farne una questione numerica è riduttivo: i politici di sinistra fanno scelte diverse da quelli di destra. Questi ultimi sono più propensi ad andare in televisione. Zingaretti, per dire, è più cauto, anche se da me è venuto due volte. A rilevare sono le domande che si fanno“.
Sull’ipotesi che la Lega di Matteo Salvini lo vorrebbe sindaco di Torino, Giletti ha glissato con ironia: “Mio fratello ebbe un voto nullo quando ci fu l’elezione di Mattarella. Mi sembra che in famiglia abbiamo già dato“.
Massimo Giletti è diretto anche quando parla dei colleghi e degli ascolti. Il conduttore al Corriere della Sera riferisce ad esempio del fatto che la domenica gli ascolti sono difficili da mantenere, soprattutto a causa della concorrenza. Ora, con la ripresa del campionato la questione si acuirà. Ma Giletti è sicuro di se ed afferma: “Mi sono sempre piaciute le sfide difficili, anche Cairo disse che era una follia, ma io scelsi la domenica per misurami con Fazio“. Questo per misurarsi con i numeri uno dichiara il conduttore.
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Non mancano considerazione invece sul competitor Mediaset, ossia Barbara D’Urso. Dopo un elogio circa lo stacanovismo della Regina di Colgono, chiosa con una stoccata: “Se fai troppa quantità perdi in qualità“.
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