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Mario Botti vince la battaglia contro il virus dopo 81 giorni di terapia intensiva

Mario Botti a 75 anni è entrato al Policlinico di Modena il 19 marzo e dopo 81 giorni è uscito dalla terapia intensiva

Studi Covid19 – Pexels

Ieri mattina Highlander (come i medici hanno appellato Mario Botti) ha lasciato il Policlinico di Modena. L’uomo di quasi 76 anni ha trascorso 83 giorni in ospedale, di cui 81 in terapia intensiva e 25 di sedazione totale. La figlia di Mario, Barbara Botti, ha ripercorso le date di un vero calvario: “Il 19 marzo ho chiamato l’ambulanza, perché le sue condizioni non mi convincevano per niente. Da lì a poco, non essendo in grado di respirare autonomamente, hanno intubato mio padre. Non ha malattie pregresse, se non il diabete, ma il suo percorso è stato davvero miracoloso. Ottantatré giorni di ospedale, ottantuno di terapia intensiva, una polmonite, altre complicazioni come una emorragia e il citomegalovirus. Venticinque giorni di sedazione totale. A maggio le prime video-chiamate, poi ha ripreso a parlare e al Policlinico hanno cominciato a descrivere la sua storia come un miracolo”.

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Mario Botti ora affronterà un percorso di riabilitazione

covid19 (Getty Images)

Il miracolo si è chiuso ieri mattina: tutte le gravi conseguenze del Covid-19 sono state superate dal signor Mario. “Lo hanno trasferito in una struttura di Gaiato – ha dichiarato Barbara Botti – e quando gliel’ho detto, ha sorriso perché gli piace molto l’Appennino. Adesso affronterà un percorso di riabilitazione e ha ancora la polmonite. Ma dopo tutto quello che ha passato ora è in condizioni sorprendenti”.

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(Getty Images)

La figlia di Mario Botti ci tiene a citare, uno per uno, i medici che hanno salvato suo padre: “perché – ha spiegato – ognuno di loro ha avuto un ruolo determinante. Dal professor Girardis alla dottoressa Leggio. Dallara, Ghidoni, De Salvo, Andreotti, Sitta, De Julis, Scotti, Farinelli, Bertani, Presutti. Se mio padre è vivo è grazie a loro”.

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