Il 2020 potrebbe essere un anno ancor più nefasto del 2019 per la Foresta Amazzonica: il reportage di due studiosi punta il dito contro Bolsonaro.
È trascorso quasi un anno da quando il Mondo, attonito e sconvolto, assistette inerme alle immagini di uno degli incendi più catastrofici che il Pianeta avesse mai registrato. “L’Amazzonia brucia”, così titolavano i giornali, ed il fuoco non riusciva ad essere domato.
Un caos ed un senso di impotenza in quel momento assalì tutti i Governi mondiali, che subito si misero a lavoro rendendo prioritaria la ricerca della via per porre rimedio all’immane danno. Domato l’incendio, dopo settimane di roghi, l’attenzione rimase alta e numerose furono le sollecitazioni nei confronti del Presidentissimo Bolsonaro, affinché scongiurasse il ripetersi di uno dei più grandi disastri ambientali della storia.
Se si pensava, però, che il peggio fosse passato con lo scorso anno, c’è da ricredersi. Secondo le proiezioni di alcuni esperti, se si dovessero confermare gli attuali trend, l’estate 2020 sarà peggio di quella scorsa.
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A paventare la drammatica ipotesi Brian Garvey e Mauricio Torres sul The Conversation. Questi ultimi riferiscono che le scelte adottate dal presidente brasiliano Bolsonaro, miste alla pandemia da Covid-19 che sta distogliendo l’attenzione porteranno ad un periodo altamente negativo.
La corrente primavera ormai sul finire è stata la più catastrofica per l’Amazzonia: ed infatti nel mese di aprile della foresta sarebbe scomparsa un’ampia superficie. I due studiosi hanno rappresentato che dopo gli incendi dello scorso anno il quadro è precipitato. Ad andare distrutti, due mesi fa, ben 529 chilometri quadrati di foresta.
Ma questo non è tutto. Per convertire le zone soggette a deforestazioni in pascoli o raccolti gli alberi abbattuti vengono incendiati. In sostanza, così facendo, si starebbero ricreando le stesse condizioni “ideali” che portarono al devastante incendio dello scorso anno. Questa l’analisi svolta da Ane Alencar, direttore del Dipartimento di Scienze presso l’Istituto di ricerca dell’Amazzonia.
Inoltre, e ciò non è di poco conto, qualora quest’anno dovesse riaccadere quanto successo nel 2019 i fumi creeranno ingenti danni alla popolazione. Problemi respiratori, dunque, che potrebbero aggravare il già complesso momento attuale dettato dal Covid-19.
Per i due studiosi Brian Garvey e Mauricio Torres il Governo è parte del problema. Il presidente Bolsonaro, infatti, nonostante le proteste e gli accordi di bloccare la deforestazioni raggiunti negli scorsi anni, continua ad essere un gran sostenitore degli abbattimenti. E per fare ciò, riferiscono Garvey e Torres, porrebbe in essere una politica deplorevole. Starebbe infatti depotenziando le autorità preposte al controllo, ciò al solo fine di ridurre sempre più la percentuale di foresta protetta e procedere ai tagli.
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Il loro reportage si chiude con un’amara riflessione. Quello che lascerà Bolsonaro ai posteri sarà il superamento del punto di non ritorno per la totale distruzione della foresta Amazzonica.
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