La scorsa settimana la giunta della Regione Umbria guidata dalla leghista Donatella Tesei ha abrogato la delibera della precedente amministrazione con la quale si dava la possibilità di eseguire l’aborto farmacologico in day-hospital e poi a domicilio. Un atto che arriva, oltretutto, quando la pandemia non è ancora sconfitta. Gli ospedali hanno la necessità di avere, senza compromettere la salute di nessuno, il maggior numero di posti letto disponibili. L’Italia rimane un paese dove l’aborto farmacologico non viene ancora utilizzato come negli altri paesi. In Francia il 66% delle donne lo scelgono, mentre in Italia si è superata di poco quota 17%, come afferma il Fatto. La decisione ha scatenato la reazione del mondo politico, specie nel centrosinistra. Le deputate del Pd hanno pubblicato una nota con la quale annunciano un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Speranza.
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La giunta leghista umbra contro l’aborto
Ecco il comunicato delle deputate del Pd: “La decisione della Regione Umbria di cancellare la delibera del centrosinistra che permetteva di effettuare l’aborto farmacologico con la Ru486 senza il ricovero in ospedale è una grave lesione dei diritti delle donne, mascherata dietro una inesistente esigenza sanitaria. L’operazione politica oscurantista messa in atto della presidente Donatella Tesei, spalleggiata dal senatore della Lega, Simone Pillon, intende rimettere indietro le lancette della storia e si inserisce in un quadro più generale da sempre perseguito dal partito di Salvini. Come donne e deputate del Partito democratico avvieremo una mobilitazione in Parlamento, presentando un’interrogazione parlamentare, e in tutto il Paese affinché venga respinta al mittente il tentativo di salto indietro”.
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Una mossa che provocherà ulteriori scossoni e agiterà il dibattito politico tra maggioranza e opposizione, ma non solo. Curioso da sentire, in merito, il parere dell’alleata della Lega, Giorgia Meloni, e delle parlamentari di Forza Italia.