Casa Surace, Renata Perongini e Antonella Morea raccontano la loro esperienza in un’intervista speciale a Yeslife Magazine
Casa Surace è una factory e casa di produzione nata a Napoli nel 2015 da un gruppo di amici e coinquilini. Sketch e video ironici riguardanti i valori del Sud, gli stereotipi da smontare, la vita dei piccoli paesi e tanto altro ancora hanno dato vita ad una community online di mezzo miliardo di utenti.
Qualche giorno fa abbiamo avuto l’occasione di parlare con Renata Perongini, una delle autrici di Casa Surace, e Antonella Morea, grande attrice di teatro e “mamma” della famiglia allargata. Abbiamo fatto loro alcune domande, sia a livello autoriale sia di recitazione, entrambe sono state super disponibili e ci hanno svelato qualche curiosità.
Cara Renata, su quale base decidete i personaggi?
Noi di base partiamo sempre con un’intenzione di fondo che è quella di raccontare la realtà della famiglia, la realtà del Sud. Nell’evoluzione di questa narrazione, dal fuorisede che è stato l’inizio si è aperto a tutto quello che è la realtà quotidiana. Cerchiamo di dargli il più possibili i connotati che conosciamo. Antonella per esempio è a tutti gli effetti una mamma. E’ una mamma che cucina, che apre le finestre la mattina.
Casa Surace non è solo divertimento e risate, avete anche fatto video impegnati, trattando temi importanti: quanto pensa sia importante denunciare con il sorriso sulle labbra?
Partiamo dal presupposto che tutti i personaggi di Casa Surace sono persone che vengono dal teatro. Quindi conoscono il linguaggio, sanno parlare. Diciamo che il nuovo linguaggio del web per noi si poteva unire con una struttura di dualismi da smontare. Il Nord contrapposto al Sud, la rivalsa di un modo di fare senza denigrare l’altro. Il video del coronavirus di nonna è un altro esempio. E’ nato da una necessità di mandare un messaggio serio però cercando di farlo nel modo più semplice possibile.
Avreste mai pensato a mezzo miliardo di utenti?
Siamo abituati alle tavolinate grandi. Così tanti no, ma sicuramente era nell’ambizione di tutti. E’ sempre un piacere. Siamo stati molto aiutati dalla capacità di Pasqui, Richi, Antonella. Le persone sul web tendono a seguirti con attenzione. Sono uno spunto continuo, sono persone che condividono con te dei valori.
Nonostante la distanza, “lontani ma vicini”, continuate a lavorare. In che modo vi siete organizzati in questo periodo particolare?
Ci siamo dovuti riparare un pochettino. Abbiamo visto tutto come un’opportunità. Dal 4 maggio abbiamo potuto ricominciare a girare. Abbiamo dovuto stilare un protocollo nostro interno che abbiamo fatto controllare da chi di dovere. In linea di massimo stiamo ricominciando con calma e nel rispetto delle regole. Manteniamo le distanze, si trovano soluzioni di tutela. Ma non vediamo l’ora di ricominciare.
Oltre ai vari video, avete pubblicato anche un romanzo dal titolo “Quest’anno non scendo”, cosa ci racconti di questa esperienza?
L’idea è che noi comunque nasciamo perché abbiamo voglia di raccontare qualcosa. Siamo dei racconta storie. Vivendo sempre in questa situazione tutti insieme, cominciano a balenare in testa mille idee: una serie tv, un romanzo, un film. Ognuno di noi è una risorsa e quindi abbiamo cercato di unire insieme le nostre idee. L’idea di fondo era raccontare qualcosa in un formato diverso. Poi magari chi lo sa, un domani facciamo un film o una serie tv.
Antonella, cosa si prova a fare una delle mamme più famose del web quando di solito hai recitato a teatro e al cinema in opere molto impegnate?
“Il passaggio è stato molto brusco ma divertente. C’è molta differenza ovviamente tra il teatro e il web. Io adesso sono priva di mettere una foto su Instagram e si aggiungono milioni di follower… Ma la gente sta sempre con il telefonino in mano? Mi stupisco giorno per giorno. Io sono una che ha sempre osato. Non mi sono mai fermata alla prima ‘taverna’. Sono 45 anni che faccio questo lavoro e quindi per non diventare giurassica ho accettato questa sfida di Casa Surace. Io non sono mamma nella vita però ho tutti i canoni, mi ricordo mia madre che veramente apriva le finestre di primo mattino e faceva altre cose che io propongo in Casa Surace. Quindi tutte queste cose che ho incamerato da ragazzina le ho riversate in Casa Surace”.
Hai accettato subito l’invito dei ragazzi di Casa Surace?
“Immediatamente. Anche se quando mi hanno chiamata non sapevo proprio chi fossero. Però ho accettato e adesso, chi li lascia più?”.
Qual è il video di Casa Surace che hai nel cuore più di tutti?
“Sono talmente tanti che non riesco a contarli. Ma quello che secondo me mi ha fatto conoscere al popolo del web è quello delle domande delle mamme ai figli. Ma quello che mi ha sconvolto e la gente mi ferma per strada è quello del cane”.
Con quale dei personaggi di Casa Surace hai legato di più in questi anni?
“No, tutti. Farei torto a qualcuno se ti dicessi qualcuno in particolare. Sono tutti molto carini con me. Ci prendiamo in giro durante le registrazioni… Siamo una bellissima famiglia”.
Tra il 2006 e il 2008 hai recitato con Luca De Filippo in due commedie di Eduardo, qual è stata la tua sensazione nell’interpretare due personaggi delle opere del grande commediografo?
“Oltre a Luca ed Eduardo, aggiungerei Francesco Rosi, il regista. La fortuna è stata quella di avere un incontro a tre tra Luca, Eduardo e Francesco. Io poi ne ho fatti altri di Eduardo con Peppino Patroni Griffi. La mia fortuna è stata quella di vivere un’epoca con grandi autori, registi e un grande teatro, che adesso, mi dispiace dirlo, ma non c’è. È stato bello vedere le opere di Eduardo che io vedevo da bambina al Teatro San Ferdinando”.
Intervista integrale
Beatrice Manocchio e Federica Massari