Checco Zalone inedito, la storia del carcerato in treno
Checco Zalone ha raccontato un episodio che gli è rimasto in mente e che riguarda gli inizi della sua carriera. Quando era a Milano, in treno, gli capitò che un uomo, suo conterraneo, gli fece una confidenza.
“Era stato in galera e si era trasferito in Germania perché in Italia non poteva più lavorare per aver rubato un motorino” racconta il pugliese. Un fiume in piena che lui ha ascoltato, sul vagone del treno, in piena notte. C’erano solo loro due su quel vagone e l’uomo ha iniziato a raccontare tutto della sua vita.
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“Lui, enorme e poco raccomandabile, mi racconta nei minimi particolari il suo arresto. Io, piccolo e magro, visibilmente terrorizzato penso: ‘adesso questo, i pochi soldi che ho in tasca, me li rapina fino all’ultimo centesimo”. E invece non fu così, Zalone si sbagliava e lo dice apertamente.
“Ad un certo punto si commuove, gli si riga il volto di lacrime e mi dice: ‘L’altro giorno mio figlio mi dice che vuole un motorino. E io sai che ho fatto? Gliel’ho rubato. Così almeno non si sporca la fedina penale pure lui”.
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Di fronte a questa confidenza Zalone rimane muto, senza parole ma nel suo intimo pensa: “Qui c’è un film, qui c’è l’Italia”.
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