Le Monde: il report di giugno di Coface allerta le imprese di tutta l’Ue. Economia italiana a rischio bancarotta soprattutto per il settore terziario
Che fosse in atto una forte ostilità con i cugini francesi ce n’eravamo accorti subito ad inizio contagi Covid-19, quando molto frettolosamente erano stati negati gli accessi di italiani che volevano spostarsi nel Paese. A rimarcare questo atteggiamento di confronto anche ad inizio fase 3 post Covid ci pensa ora Le Monde, quotidiano francese che cita i dati di Coface, importante assicurazione dei crediti commerciali alle imprese private. Il report uscito ad inizio giugno fornisce i dati sulla crisi economica e produttiva che già sta colpendo mezza Europa dopo l’emergenza sanitaria.
Se in Europa la situazione non è delle più floride, la sola Francia entro la fine del 2021 vedrà fallire il 21% delle proprie aziende (pari a 60mila unità e 200mila posti di lavoro), l’Italia si attesta sicuramente tra le posizioni peggiori. Nonostante il “Progetto di rilancio” in fase di discussione in queste settimane al Governo per organizzare le attività da settembre, i dati lasciano ben poco all’immaginazione.
“Il dato è più o meno lo stesso in Spagna (+22%), significativamente più alto nel Regno Unito (+37%) e in Italia (+37%), nonché nei Paesi Bassi (+36%)», spiega Le Monde citando i dati di Coface.
Nessun Paese a livello mondiale sarà risparmiato dalla pesante crisi economica in atto, ovviamente i dati sono da verificare anche nei prossimi mesi ma sicuramente gettano una cupa visione su quello che sarà il destino delle aziende ed i lavoratori italiani ed europei.
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Ce lo spiega Coface nel report: “Poiché l’apertura di una procedura di fallimento è divenuta di fatto volontaria, solo le imprese più in difficoltà, senza prospettive di ripresa una volta sotto controllo la crisi sanitaria, hanno fatto questa scelta fin dalle prime settimane del confinamento».
I settori più in crisi sarebbero le start-up, il turismo, la ristorazione e i trasporti (ma anche il tessile e il consumo della moda non sarebbe da meno). L’entità dei fallimenti sarà legata al calo del PIL osservato e alle prospettive di ripresa nel 2021.
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Il presidente di Confindustria Bonomi ha già allertato il Governo del pericolo di fallimenti e produzioni al collasso se non si interviene subito a sostenere le politiche attive del lavoro, gli imprenditori e le stesse aziende colpite dal Covid. Tra le proposte in atto quella di non chiudere le aziende per il mese di agosto al fine di recuperare il tempo perso durante il lockdown.
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