La Norvegia si difende sul salmone che avrebbe causato l’epidemia a Pechino

La Norvegia si difende dall’accusa che vorrebbe il salmone europeo colpevole dell’epidemia a Pechino. L’ipotesi di una nuova ondata terrorizza il mondo, non solo l’Asia.

La Norvegia si difende sul salmone che avrebbe causato l'epidemia a Pechino
Trancio di salmone (foto Pixabay)

Nel mercato di Xinfadi, a Pechino, si è registrato un nuovo focolaio che fa tremare la Cina e il mondo intero.

Di conseguenza, in base a quanto riportato dal South China Morning Post, noto giornale di Honk Kong, la Cina ha sospeso le importazioni di salmone dall’Europa.

Non solo. Sempre in base a The Post, come viene chiamato il giornale di Hong Kong, i principali supermercati di Pechino hanno eliminato il salmone dagli scaffali. Persino i ristoranti avrebbero epurato i propri menu bandendo il salmone.

Eppure secondo gli esperti è molto difficile che il pesce di per sé possa aver veicolato il virus.

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Perchè i cinesi pensano che sia tutta colpa del salmone

La Norvegia si difende sul salmone che avrebbe causato l'epidemia a Pechino
Salmone con limone e aromi (foto Pixabay)

Da un lato c’è il timore che l’Europa possa essere responsabile di un secondo contagio. Tant’è che Wu Zunyou, epidemiologo cinese al vertice del Centro di controllo e prevenzione delle malattie, avrebbe parlato di somiglianze del nuovo ceppo a quello europeo, non riscontrabile a raffronto con quello cinese dei mesi passati.

Ma questo non basta a incriminere i salmoni europei.

E peraltro anche Chen Bei, numero due del governo municipale di Pechino, ha affermato che la seconda ondata deve ritenersi «in via preliminare provocata dalla trasmissione da uomo a uomo» ma ha aggiunto oppure da «un’infezione dovuta alla contaminazione di articoli e ambiente».

La Norvegia si difende sul salmone che avrebbe causato l'epidemia a Pechino
Virus e globo (foto Pixabay)

La Norvegia si è difesa. Il ministro della pesca Odd Emil Ingebrigtsen ha affermato che «Il caso è in fase di risoluzione» e aggiunto «Oggi stiamo lavorando ai dettagli e posso confermare che la questione sembra essere stata risolta».

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