Un pensionato di 64 anni durante il lockdown si ferisce con uno spaccalegna. Operato in sole tre ore, riacquisterà l’uso completo della mano tra 18 mesi
Sembra essere giunto al pronto soccorso di Mira, nel veneziano, autonomamente e lucido il pensionato 64enne che lo scorso aprile si è amputato la mano mentre utilizzava uno spaccalegna.
Il personale dopo aver bloccato il sanguinamento e svolto tutte le operazioni di accertamento per escludere la positività al Covid-19, ha posto la mano in un contenitore sterile con ghiaccio e predisposto il trasferimento in ambulanza alla Chirurgia Plastica dell’Azienda Ospedaliera di Padova. La volontà era quella di tentare il reimpianto della mano, recisa a livello dell’avambraccio, entro le sei ore dall’incidente. Si tratta infatti di un tempo massimo entro cui è possibile rischiare un’ischemia e aumentano anche i rischi di vita del paziente stesso.
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Prognosi sciolta. Un eccezionale intervento chirurgico
L’intervento, iniziato alle 18.30 e terminato all’1.20, ha visto l’impiego di due chirurghi ortopedici, cinque chirurghi plastici ricostruttivi, tre anestesisti e sei infermieri. Il paziente ha mantenuto la vitalità della mano, con la progressiva mobilizzazione attiva delle dita, ed è stato dimesso dopo sei giorni di ricovero in buone condizioni cliniche e in grado di muovere autonomamente le dita.
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Dopo un periodo di riabilitazione assistita i medici hanno sciolto la prognosi e ipotizzano fiduciosi che l’uomo possa ritornare a compiere, nell’arco di alcuni mesi, le sue normali attività manuali. Prevista entro 18 mesi la completa rigenerazione neuromuscolare.
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