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Coronavirus, contagiati identificabili dalla voce. Studio italo-israeliano

Coronavirus. La corsa alla scoperta di nuove forme di diagnosi veloci e tempestive ha sviluppato una collaborazione italo-israeliana sullo studio sulla voce dei contagiati

Studi sulla voce e covid – Foto dal Web

Una collaborazione tra Italia ed Israele che sa di fantascienza. Eppure i ricercatori dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Accademia di Ingegneria Afeka di Tel Aviv stanno mettendo a punto uno studio incredibile che nasce da un’intuizione geniale e visionaria.

Il Coronavirus ha messo ormai in allarme tutti quanto da mesi. Esperti nei più vari settori della medicina e della tecnologia si sono attivati in una corsa sfrenata alla ricerca di una cura, indubbiamente, ma anche di sistemi di diagnosi precoci e rapidi.

Italia ed Israele a tal proposito stanno mettendo a punto una tecnologia capace di pre-diagnosticare il Covid19 in persone che siano sospettate di contagio. Quello che ha dell’incredibile è il modo in cui vogliono farlo: attraverso una combinazione tra elaborazione vocale ed intelligenza artificiale.

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Coronavirus, diagnosi attraverso un’app

Coronavirus – Foto dal Web

Il progetto si prefigge lo sviluppo di un’applicazione scaricabile dai propri device che, tramite l’analisi di voce, tosse e respiro, possa individuare pazienti potenzialmente infetti. Si ottimizzano i tempi di diagnosi, specie tra gli asintomatici, limitando e spezzando la catena del contagio.

Il quotidiano Repubblica ha raggiunto telefonicamente Ami Moyal, presidente dell’Accademia israeliana. Lui e Gianluigi Benedetti, ambasciatore italiano in Israele, si dicono soddisfatti della collaborazione fra i due paesi. L’ Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Accademia di Ingegneria Afeka di Tel Aviv lavoreranno in partecipazione con il Policlinico Gemelli e il Rabin Medical Center.

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Lo studio è ancora in fase sperimentale, si sta formando un database composto da campioni di voce, tosse e respiro su pazienti positivi sia al Coronavirus, sia alla normale influenza. E’ stato inoltre richiesto un finanziamento congiunto all’Unione Europea.

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