La coppa Italia, una vittoria dal sapore speciale per una serie di motivazioni. Alzare una coppa battendo la Juventus fa sempre una altro effetto. La soddisfazione aumenta, poi, quando dall’altra parte ci sono i grandi ex, i traditori del tifo azzurro Higuain e Sarri. Partiti per vincere e beffati in una finale, fa parte del gioco e contro il Napoli sarà stata più beffarda l’amarezza. Una vittoria che arriva in un anno difficile dopo la grande delusione della gestione Ancelotti e le incertezze iniziali di Gattuso. Il Napoli ha accusato una crisi profonda che aveva già dato dei segnali nei primi mesi del 2019. Poi la scelta di Gattuso, piena di dubbi e che non lasciava grosse alternative in quel momento.
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Tre motivazioni che fanno grande la vittoria
L’allenatore, però, si è caricato sulle spalle un gruppo e un ambiente demoralizzato e ci ha messo tutta la grande umanità, che fa parte della sua persona. Con schiettezza e lavoro duro ha conquistato tutti, dalla squadra alla città e questo trofeo è largamente suo. Rino Gattuso è l’esempio di quanto possa pagare il lavoro quando non ti chiami Carlo Ancelotti e sei scelto per risolvere i suoi disastri. Il valore più bello della vittoria è il segnale di rinascita dopo la fase più acuta della pandemia.
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Un momento di gioia e una serata che indica, forse, quella normalità in parte ritrovata, ancora frenata da un male che continua a circolare, seppur decisamente indebolito. Una parentesi di quotidianità dimenticata, restituita da una serata ricca di passione come quella di una finale.