Vacanze 2020. Il Coronavirus frena le speranze dei vacanzieri e trascina l’Italia al peggior risultato di settore mai avuto, quello del 1998
Arriva l’estate e con essa la voglia di relax e vacanze. Tuttavia questa bella stagione nell’anno 2020 saprà di amarezza e preoccupazione. Il Coronavirus e la conseguente crisi sanitaria sanciscono uno stop enorme nel settore turismo frenando quello che è uno degli ambiti più redditizi del nostro paese.
Se è vero che la maggior parte degli italiani che partirà ha scelto di premiare le bellezze nostrane, è anche attestato che i numeri non decollano. Sono troppo poche le persone che si muoveranno dalla loro abitazione per godersi dei giorni di vacanza.
Le conseguenze economiche sono disastrose. Analizziamo i numeri. 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno solamente rispetto ad un anno fa. 3,2 miliardi di euro di fatturato cancellati. Chi ci rimetterà di più? Indubbiamente il settore alberghiero. Dati così penosi si sono riscontrati 22 anni fa, nel 1998.
Vacanze 2020, turisti stranieri non pervenuti
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Turisti stranieri nemmeno a parlarne. Dei 56 milioni di pernottamenti perduti, 43 milioni sono dei vacanzieri esteri . Non verranno a godere del sole, del mare, montagna, cultura, arte del nostro Paese, con un crollo del -43,4% rispetto all’estate 2019.
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I valori negativi si registrano da Nord a Sud , senza eccezioni: Nord Est (-28,7%), Centro (-25,8%), poco meglio il Sud e le Isole (-19,3%).
Secondo la più basilare legge di mercato, ad una minor domanda corrisponde dunque un’offerta relativa: 23mila strutture non apriranno affatto. Quelle che lo faranno avranno una capacità limitata dovuta alle norme di distanziamento. Tutto si ripercuote sull’occupazione: 82mila gli addetti (fissi e stagionali) rimarranno senza posto di lavoro.
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