A un anno dalla scomparsa dell’ex tronista di “Uomini e Donne” archiviata l’inchiesta in atto. Ma i legali e la madre si oppongono: “Vogliamo giustizia”
Ormai è trascorso più di un anno dalla scomparsa di Fabiano Vitucci, 29 anni, conosciuto sul web per aver partecipato due volte a “Uomini e Donne”: nel 2011 come corteggiatore di Giorgia Lucini e poi nel 2015 con Valentina Dallari. Vitucci era originario di Prato ma si era trasferito in provincia di Arezzo insieme all’attuale fidanzata. La procura di Arezzo aveva aperto un fascicolo indagando il conducente del furgone coinvolto nei fatti per omicidio stradale, ma nei giorni scorsi il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione, lasciando la famiglia e i legali sgomenti.
Le dinamiche dell’incidente avvenuto il 31 maggio 2019 sono ancora incerte sotto molti aspetti ma secondo le ricostruzioni Fabiano che era in sella alla sua moto (una Kawasaki 750) avrebbe sorpassato due auto di seguito, un sorpasso molto lungo durante il quale è sopraggiunta un’altra vettura dalla corsia opposta. Il ragazzo non sarebbe riuscito a rientrare e nella manovra è scivolato sotto un furgone che arrivava dal senso di marcia opposto. La collisione è avvenuta sul ponte dell’Arno che congiunge la città di Benedetto Varchi con Terranuova Bracciolini (in provincia di Arezzo).
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La famiglia dell’ex tronista anche a distanza di un anno dalla sua scomparsa non riesce a darsi pace. Secondo le indagini dei pm, Vitucci con la moto andava a forte velocità sul ponte e avrebbe perso il controllo della moto finendo sotto le ruote posteriori del furgone che non sarebbe riuscito ad evitarlo. Questa ricostruzione però non ha mai convinto pienamente i legali della famiglia Massimo Mariotti e Fabio Sansonetti, che si sono fermamente opposti all’archiviazione dell’inchiesta presentando nuovi risultati provenienti dalla loro indagine.
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Mariotti ha confermato che risulta essere “vero che Vitucci procedeva a velocità elevata ma, dalle nostre indagini è emerso che anche il conducente del furgone andava oltre i limiti imposti su quel tratto di ponte. Ci sono, poi, una serie di cose che non tornano. Il manto stradale era sconnesso, la segnaletica sbiadita. Sono stati rifatti entrambi dopo l’incidente“. Un’altra incongruenza rilevata dai due legali sta nella differenza di limiti di velocità fra le due direzioni di marcia. Incongruenza su cui gli avvocati vorrebbero venisse fatta luce. La nuova udienza è fissata a settembre.
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