Coronavirus, cosa cambia in Spagna con la fine del lockdown

Dopo 14 settimane la Spagna pone fine al lockdown. Nel Paese, i virologi suggeriscono prudenza, ma il 21 giugno coincide con la fine delle restrizioni.

Spagna dati emergenza Covid aggiornati al 21 giugno
Spagna dati emergenza Covid aggiornati al 21 giugno (Wiki)

Oltre 28mila decessi registrati e 246mila contagiati. Queste le stime registrate in Spagna, uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia e che proprio oggi riapre le porte e pone fine al lockdown durato 14 settimane.

Con la fine del blocco ben 47 milioni di spagnoli potranno spostarsi liberamente in tutto il Paese per la prima volta dal 14 marzo. Le frontiere saranno riaperte e per i turisti provenienti dall’area Schengen e dal Regno Unito (eccetto il Portogallo) mentre per tutti gli altri Stati solo dal 1° luglio. Per oggi è previsto l’arrivo di 100 voli dall’estero negli aeroporti spagnoli. Già nelle scorse settimane le misure di contenimento si erano allentate ma questa giornata costituisce la svolta per tutto il comparto turistico gravemente danneggiato dal Coronavirus e che da solo contribuisce all’economia spagnola con oltre il 12% del PIL.

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Come anche in Italia rimarranno attive alcune restrizioni per i locali pubblici, bar e ristoranti, in base alla situazione epidemiologica delle varie aree del Paese. Chiuse anche le scuole fino settembre. Obbligatorio l’uso della mascherina sui mezzi di trasporto pubblici, sugli aerei, nei negozi e in altri spazi pubblici al coperto. I trasgressori rischiano una multa fino a 100 euro.

Spagna: paura nuova ondata con la fine del lockdown?

Coronavirus Spagna
Medici spagnoli (Pixabay)

La virologa Margarita del Val, intervistata dal quotidiano El País, mette in guardia la popolazione e non esclude totalmente la possibilità di un aumento dei contagi. Il problema sui cui la Val si focalizza sta nella minore percezione del rischio che potrebbe distogliere da comportamenti di prevenzione rispettati fino ad oggi: “Si tratta di una nostra vitale responsabilità e sta nelle nostre mani evitare che i nuovi focolai diventino una seconda ondata. Questo può accadere in qualsiasi momento”.

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Premier Sanchez (Pixabay)
Premier Sanchez (Pixabay)

Anche il premier socialista si aggrega alla voce della virologa Pedro Sanchez e rivendica di aver fatto “risparmiare alla Spagna 450mila morti” per la Covid-19 con le politiche di distanziamento e le procedure di disinfezione fatte rispettare. Questo, però, non ha impedito Sanchez a ribadire l’importanza dell’essere prudenti, mantenendo le distanze.

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