Diabete, brevettato nuovo farmaco che riduce i ricoveri per scompenso cardiaco

L’80° Sessione scientifica dell’American Diabetes Association conferma l’efficacia dell’ertugliflozin

Terapia intensiva
Terapia intensiva (Pixabay)

Sembra che i ricoveri per scompenso cardiaco legato al diabete possano essere ridotti drasticamente: questo quanto emerge dall’80esimo Congresso dell’American Diabetes Association appena terminato in versione online. Secondo l’International Diabetes Federation, con aggiornamento al 2015, nel mondo sono 415 milioni le persone che hanno il diabete mellito di tipo 1 e 2 ed entro il 2040 queste saliranno a 642 milioni. Inoltre la maggior numero di persone con diabete hanno tra i 40 e 59 anni di età e sono state registrati circa 5 milioni di morti nel 2015 (un decesso ogni 6 secondi).

Si tratta di una pandemia nella pandemia, numeri spaventosi che i medici stanno cercando di ridurre il più velocemente possibile. Le persone con diabete infatti sono state tra i pazienti più colpiti dal Coronavirus per la loro fragilità a livello clinico, e soprattutto ben i 12% di queste sono morte per scompensi cardiaci.

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Dal Congresso ci giungono conferme dello studio Vertis CV (eValuation of ERTugliflozin effIcacy and Safety CardioVascular) che ha valutato l’efficacia e la sicurezza cardiovascolare di ertugliflozin, la nuova opzione terapeutica di MSD nella classe degli SGLT2 inibitori.

Un farmaco che somministrato ai pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1 e 2 porterebbe ad una diminuzione del 30% dei ricoveri per scompenso cardiaco. Lo studio – tra i più grandi mai condotti in termini di numeri – ha coinvolto oltre 8.200 diabetici con malattia cardiovascolare accertata di cui il 23,7% con scompenso cardiaco.

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Diabete
Diabete (Pixabay)

Attraverso diversi meccanismi, il diabete danneggia il cuore aumentando il rischio di problemi sia a livello funzionale che morfologico, inducendo la cosiddetta cardiomiopatia diabetica, che riduce l’efficienza del cuore nel pompare il sangue nel resto del corpo“, spiega Andrea Giaccari, professore associato di Endocrinologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

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I risultati – afferma Pasquale Perrone Filardi, ordinario di Cardiologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II – hanno dimostrato che il nuovo farmaco, oltre a curare il diabete, ha anche un’azione protettiva a livello cardiaco”.

Diabete
Diabete (Pixabay)

Fino a prima dell’emergenza sanitaria, commenta Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia, “il termine pandemia era noto solo agli addetti ai lavori e c’era poca contezza del fatto che ci fosse già una pandemia silenziosa, quella del diabete“.

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