L’epidemia è iniziata a dicembre in Italia, secondo Fabrizio Pregliasco. L’immunologo parla a ‘Domenica In’ di quella che potrebbe essere la situazione.
Nel corso della puntata di ieri, 21 giugno 2020, di ‘Domenica In’, il professor Fabrizio Pregliasco ha parlato in collegamento della attuale situazione dell’epidemia in Italia. Pregliasco, che è direttore sanitario dell’Irccs di Milano oltre che docente universitario di Virologia, parla dell’importanza di contenere i focolai saltati fuori nelle ultime settimane.
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“Siamo stati bravi a circoscriverli. Sono il segno che una seconda ondata arriverà. Ma ci faremo trovare pronti. Soprattutto in vista dell’inverno, quando di virus ne arriveranno diversi altri stagionali, tra i quali l’immancabile influenza. Impareremo a conviverci”. Anche per lui e per gli altri che lavorano nel suo campo la pandemia ha comportato dei momenti drammatici. “In ospedale non sapevamo dove mettere le bare, anche la cappella della struttura sanitaria ad un certo punto era senza più spazio. Ogni turno poi iniziava alle 06:00 del mattino per finire anche dopo le 23.00”. Cosa accadrà nei prossimi mesi? “Per quanto riguarda la scuola sarà una vera battaglia. In Germania riaprirle ha contribuito a far risalire l’indice di contagi. Purtroppo luoghi come gli istituti sono un ricettacolo per il virus. Serviranno norme e buonsenso”.
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Secondo Fabrizio Pregliasco quindi ci vorrà massima attenzione. Perché il virus non è sparito e circola ancora, nonostante i bollettini quotidiani siano in calo. Occorre comunicare questa importante informazione, pur senza creare allarmismo. Una nuova ondata è sempre possibile e per questo motivo serve prudenza sempre. Mai sottovalutare i possibili rischi. C’è di buono che la conoscenza pregressa accumulata in questi 4 mesi rappresenterà una ulteriore protezione contro una possibile nuova epidemia. Il professore smentisce le voci che riguardano il salmone norvegese come possibile fonte di contagio.
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Una cosa del tutto falsa in quanto non ci sono prove scientifiche. La Cina aveva diffuso questa voce, salvo poi ritornare sui suoi passi. Il tutto è sorto dopo che è stato individuato un tagliere per la lavorazione del pesce con tracce del virus. Cosa che potrebbe essere accaduta con un soggetto asintomatico che non ha evidentemente utilizzato le dovute precauzioni. Magari tossendo o starnutendo senza protezione. “E c’erano segnali della presenza del virus in Italia già a dicembre, coi primi casi che risalgono invece al 26 gennaio”. Quest’ultima affermazione è riportata dal quotidiano ‘La Stampa’.
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