L’amico di infanzia di Luca Sacchi, Giovanni Princi, è stato condannato con rito abbreviato a 4 anni di reclusione per violazione della legge sugli stupefacenti.
Arriva la prima condanna nel caso legato alla morte di Luca Sacchi, il giovane personal trainer ucciso lo scorso ottobre davanti ad un pub di Roma con un colpo di pistola alla testa. Il Giudice per le indagini preliminari di Roma ha condannato a 4 anni di reclusione Giovanni Princi, amico di infanzia di Luca, che era stato accusato di violazione della legge sugli stupefacenti.
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Il giudice per le indagini preliminari di Roma Pier Luigi Balestrieri ha inflitto una condanna a 4 anni di reclusione, a Giovanni Princi, l’amico di Luca Sacchi che ha scelto il rito abbreviato. Si tratta della prima condanna collegata alla vicenda della morte del giovane personal trainer, assassinato nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre a Roma davanti ad un pub con un colpo di pistola alla testa. Il giudice, come riporta la redazione de Il Messaggero, ha accolto parzialmente la richiesta del pubblico Ministero Nadia Plastina che aveva chiesto per Princi una condanna a sei anni e quattro mesi e una multa di 30mila euro. Al giovane amico del personal trainer il pm contesta la violazione della legge sugli stupefacenti.
Secondo l’accusa, riferisce Il Messaggero, Princi avrebbe organizzato l’incontro per l’acquisto di marijuana durante il quale sarebbe poi rimasto ucciso Luca Sacchi. Il giovane, condannato con il rito abbreviato, al contrario degli altri imputati che stanno affrontando il processo davanti la Corte d’Assise di Roma, sarebbe stato indicato dunque come un intermediario dell’incontro.
Il padre di Luca, Alfonso Sacchi ha commentato la condanna ammettendo, come riporta Il Messaggero: “Francamente mi aspettavo qualcosa di più, vediamo che succede domani“.
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Domani si svolgerà, infatti, un’altra udienza del processo pendente dinnanzi la Corte d’Assise per la morte di Luca Sacchi,che vede imputati Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, accusati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio, Marcello de Propris, che avrebbe fornito loro la pistola, il padre Armando, che deteneva l’arma e Anastasiya Kylemnyk, fidanzata della vittima accusata della violazione della legge sugli stupefacenti, ma anche parte lesa per essere stata aggredita.
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