Il professor Luca Ricolfi ha rilasciato un’intervista all’Huffington Post in cui si è espresso circa l’attuale curva epidemica in Italia.
Luca Ricolfi professore di Analisi dei Dati all’Università di Torino ha rilasciato una lunga intervista alla redazione dell’Huffington Post in merito a quello che a suo avviso sarebbe l’attuale quadro dell’epidemia in Italia. Tra le sue dichiarazioni ben si scorge una sorta di amarezza nei confronti dell’operato del Governo, additato dal professore di preferire “la macchina dei consumi” a quella che è la reale situazione dei fatti, la verità.
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I dati sono di certo incoraggianti se li si confronta con quelli di inizio dell’emergenza, tuttavia è un dato che non può bastare. In sintesi il fatto che i casi di contagio siano diminuiti non significa che il risultato è stato raggiunto, poiché l’obbiettivo finale è quello di giungere allo zero. La tanto anelata assenza di contagi, tuttavia sembra essere ancora una chimera, soprattutto –numeri alla mano- vedendo che addirittura in alcune province la curva pare in risalita.
Proprio in merito all’attuale frangente ha rilasciato un’intervista all’Huffington Post il professore e sociologo Luca Ricolfi dell’Università di Torino. “In una quindicina di province la curva sta risalendo. Questo perché l’Italia è tornato ad essere un lunapark. La politica annacqua la verità per tenere al sicuro la macchina dei consumi e la società signorile di massa“. Distaccandosi da quello che è il parere dei virologi ed addentrandosi nella materia di sua pertinenza, l’analisi dei dati, il professore offre un quadro che non è così roseo: “I segnali delle ultime due settimane non sono per niente rassicuranti. In una quindicina di province la curva epidemica, anziché continuare a scendere, ha invertito la sua corsa e ha iniziato a risalire“.
Un’analisi puntuale che il professore invita a compiere non considerando i dati a livello nazionale dove zone con più contagi vengono compensate da altre che invece non ne hanno. Ma guardando i dati delle province, è da lì che si ha vera contezza del fatto che in alcuni centri la curva si è rialzate.
Le province riferisce il professor Ricolfi all’Huffington Post sono per la maggiore in Lombardia, poi Alessandria, Vercelli, Bologna, Arezzo, Rieti, Roma, Macerata. Zone che, invece, mostrerebbero i segnali di una ripresa sarebbero sette, fra cui Padova e Firenze. In totale, conclude il professore, sono ben 22 province su 107 totali in cui dovrebbe essere attivato il protocollo di emergenza.
Il professor Luca Ricolfi si sofferma poi su quello che a suo avviso sarebbe il problema del Covid-19: il turismo. Più precisamente, riferisce, quello che la politica fa per tutelarlo.
Ricolfi, all’Huffington, spiega che nella prima fase è costato un ritardo inaccettabile nelle chiusure, ed ora il rischio è che inneschi una seconda ondata perché non si vuole ammettere che l’indice di contagio in alcune zone è superiore all’1.
A suo avviso le vacanze starebbero facendo più danni della riapertura delle attività commerciale. Per meglio precisare il professore afferma che fino a quando i flussi turistici sono rimasti bloccati il Covid non ha avuto vita facile. Non appena si è tornati alla quotidianità le spiagge si sono riempite, le strade delle città sono state invase da ragazzini e “l’Italia tutta è tornata quasi di colpo – riporta l’Huffington– ad essere luogo di attrazione turistica, sia dall’interno che dall’estero“. Il professore è tranciante: “Insomma, dopo il 2 giugno siamo tornati ad essere il gigantesco luccicante lunapark che da qualche decennio siamo sempre stati. Il Covid ringrazia“.
Parole dure quelle che Luca Ricolfi riserva alle istituzioni, soprattutto al Premier Giuseppe Conte: “La mia impressione è che, avendo molti più dati di chiunque, sappiano benissimo che la situazione si sta deteriorando e che, con le ultime riaperture -riporta l’Huffington Post– e la scelta di chiudere un occhio sulle violazioni delle regole, il premier ci sta facendo correre il rischio di una seconda ondata epidemica“.
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Ad avviso di Ricolfi sarebbero le contraddizioni comunicative ad indurre in errore: da un lato si invita alla prudenza e dall’altro però c’è un rilassamento evidente sulle regole. Sui mezzi pubblici non si rispettano le distanze e si costituiscono assembramenti.
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