Secondo un recente studio di ricerche medico-scientifiche il Covid-19 ha sviluppato una nuova sindrome infiammatoria nei bambini
Dopo l’effusione della sindrome del Kawasaki, uno studio di richerche medico-scientifiche ha curato gli interessi di una nuova presunta malattia nei bambini.
Il Kawasaki ha presentato segnali riconducibili al Covid-19 nei periodi in cui il virus padroneggiava in maniera più prolifica nel mondo. La sindrome, presentata dai bambini londinesi aveva un misterioso corso di sviluppo, il quale associato alla positività del coronavirus, presentava effetti talvolta letali.
Oggi il team di esperti ed un pediatra in particolare afferma l’esistenza di una nuova misteriosa sindrome per bambini della Gran Bretagna. Anch’essa, come il Kawasaki è legata al Covid-19 e presenta mutazioni importanti fino ai giovani di 16 anni.
Gli stessi i quali nel giro di un paio di giorni, già dovrebbero presentare una forte ripresa, considerati anche i segnali di indebolimento del Sars-Cov-2. Nonostante sia stato scovato un gene diverso dal Kawasaki, non ci si aspetta che sia fatale.
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Forti dell’esperienza accumulata per fronteggiare la vecchia sindrome, che paventava la presenza di rigonfiamenti e rossori cutanei, oggi la scoperta di questo nuovo nemico ha già il suo rivale pronto ad essere sguinzagliato.
La nuova malattia ha mostrato alcune analogie genetiche con quella da shock tossico, grazie alla presenza manifesta di febbre, tosse, eruzioni cutanee, occhi rossi e dolori in generale.
Il dottor Moshal dell’equipe di studiosi medici ha preventivato eventuali sintomi gravi e ha tranquillizzato la popolazione britannica sul possibile alto tasso di letalità, associato al Covid-19.
Il timore è stato prontamente smorzato da un progetto messo in piedi preventivamente, secondo il quale già esiste un piano di trattamento farmaceutico.
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Per far fronte all’emergenza è stata iniettata nei pazienti che manifestavano l’infiammazione. Un’immunoglobulina endovenosa in associazione del metilprednisolone, uno steroide che i laboratori di Oxford stavano testando nei preparativi del vaccino anti-coronavirus.
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