Per il ritorno a scuola il governo propone la “riapertura per il 14 settembre”. Giovedì si chiuderanno le regole per il ritorno sui banchi con le regioni
Ritorna la data del 14 settembre per la ripartenza delle scuole che “riapriranno in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale”. Lo ha affermato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina puntualizzando che in questi giorni è andato avanti il confronto con il comitato tecnico scientifico per partire con il nuovo anno.
E le prossime ore saranno quelle della condivisione delle linee guida con chi ha partecipato al tavolo di lavoro. Giovedì sarà poi il giorno decisivo con la chiusura delle stesse insieme a “Regioni ed Enti Locali”.
Non sono per niente d’accordo le opposizioni che continuano ad attaccare il governo. In particolare Forza Italia spiega che il governo “rifiuta le nostre proposte” quando in realtà serve “investire nella scuola”.
Alla data del 14 settembre non mancano le voci contrarie di alcuni presidenti di Regioni per via delle elezioni che farebbero chiudere le scuole solo dopo una settimana. Ma è da tempo, ormai, che si sta parlando di trovare altre sedi per i seggi elettorali.
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“E’ la data più gradita a tutti anche se ci sono voci contrarie” spiega all’Ansa Cristina Grieco, coordinatrice della Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni.
Mentre si continua a lavorare per il ritorno a scuola, molto probabilmente il 14 settembre, arriva l’allarme dei presidi, molto preoccupati. Il motivo? In almeno il 40% delle aule scolastiche del nostro Paese non è possibile mantenere il distanziamento di un metro tra i banchi.
È questa la preoccupazione più grande per i presidi che chiedono di conoscere quanto prima le linee guida per capire come organizzarsi ed essere pronti per settembre, senza allungare l’attesa.
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, parla all’Ansa e lancia un messaggio molto chiaro: “Secondo i nostri calcoli in una percentuale rilevante delle classi il distanziamento non è materialmente possibile per metratura delle aule e numero degli studenti”, chiosa.
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“Cosa facciamo allora in questi casi? – conclude – Questa è la domanda principale a cui dovrebbero rispondere le linee guida”.
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