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Studio sui guariti al San Matteo di Pavia: solo il 3% risulta infettivo

L’ospedale San Matteo di Pavia ha condotto uno studio all’esito del quale è emerso che tra i soggetti guariti dal Covid-19, l’infettività del virus sussisteva solo in meno del 3% del cluster.

(Getty Images)

Uno studio dai risultati sorprendenti quello condotto dal San Matteo di Pavia e presentato a Palazzo Lombardia dal suo coordinatore, il professor Fausto Baldanti, responsabile del Laboratorio di virologia del nosocomio.

In sintesi è stato scoperto che tra i soggetti dichiarati guariti, ma ancora leggermente positivi stando ai risultati del tampone, solo il 3% di essi possiederebbe una carica virale in grado di infettare.

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Covid-19, rivoluzionario studio sui guariti del San Matteo di Pavia: meno del 3% risulta infettivo

(Getty Images)

Ottime notizie quelle che giungono all’esito di uno studio condotto dall’Ospedale San Matteo di Pavia e presentato a Palazzo Lombardia. Il laboratorio di virologia del nosocomio patavino, insieme all’istituto zooprofilattico della Lombardia e di quello dell’Emilia Romagna, nonché dell’ospedale Le Scotte di Siena e del Policlinico di Milano hanno effettuato una scoperta rivoluzionaria sui guariti dal Covid.

Per condurre la ricerca il team di esperti ha sottoposto a tampone 280 pazienti clinicamente guariti, riporta La Stampa, che presentavano una carica virale molto bassa. Ebbene, di questi solo meno del 3% risultava infettivo. Una scoperta di importante rilevanza.

A commentare lo studio il professor Giuseppe Remuzzi dell’Irccs Istituto Mario Negri. A suo avviso, riferisce La Stampa, in questo determinato momento, è di fondamentale importanza quantificare, dopo una positività determinata da tampone, quanti sono i Ct (un segnale che determina il grado di carica). In forza della rilevazione di questi ultimi è, infatti, possibile risalire alla presenza di Rna e determinare se le quantità riscontrate qualifichino quel campione come un puro positivo o solo come un campione che indica una pregressa positività, ma non possiede più una carica infettiva.

Non è mancato da parte del professor Remuzzi un commento circa il quadro epidemiologico lombardo che lo si ricorda, ad oggi, continua ad essere il più complesso del Paese considerato l’alto numero di contagi rispetto al totale giornaliero a livello nazionale.

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Il professore specifica che quando si parla di tale circostanza, si omette di dire che quei tamponi positivi posseggono una carica virale molto bassa. Ciò potrebbe tradursi in una non contagiosità.

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