Giampiero De Concilio racconta a YesLife com’è nata la sua passione per la recitazione. A soli 21 anni ha già lavorato a fianco di grandi donne del cinema
Giampiero De Concilio è un ragazzo di 21 anni appassionato e impegnato nel mondo dello spettacolo, in particolar modo con il teatro. Nato a Napoli, è lì che coltiva le sue grandi passioni, ereditando dal suo Paese un bagaglio culturale molto grande. Il giovane è conosciuto da tutti per aver partecipato alla serie televisiva Vivi e lascia vivere, in cui ha interpretato il figlio della famosa attrice Elena Sofia Ricci.
Giampiero, secondo la sua opinione, ha ancora molto da imparare e pensa che la strada verso il successo sia ancora lunga. Il ragazzo è determinato, solare pieno di talento.
Abbiamo avuto l’occasione di fare una chiaccherata con il giovane, ora impegnato in teatro a Napoli. Incuriositi gli abbiamo fatto qualche domanda sul suo lavoro e le sue passioni.
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Caro Giampiero, come e quando è nata la passione per la recitazione?
Circa a 15 anni. Sono andato in vacanza a Parigi con mia madre. Lì stavano girando il film Samba. Rimasi incantato dal fatto che per girare tre tiri di sigaretta ci hanno messo 2-3 ore. Non riuscivo a capire cosa ci fosse da cogliere e invece ora l’ho scoperto attraverso me stesso. Il momento in cui mi sono innamorato è quando ho iniziato a farlo, a camminare sul palco oltre che a recitare di fronte alla macchina da presa.
Napoli, il tuo paese natale, posto in cui sono nati e cresciuti grandi personaggi dello spettacolo, è stata una fonte di ispirazione?
Sì, assolutamente. Non so chi lo diceva che Napoli è un teatro vivente. Basti pensare chi è nato qui: Totò, Troisi, Servillo. Ne potrei citare altri mille. E’ stata l’ispirazione perché è una delle culle del teatro d’Europa perché c’è il mare e esso in qualche modo trasmette energie.
Com’è stato lavorare a fianco di attrici come Elena Sofia Ricci o Anna Foglietta, a soli 21 anni?
Quello che sento è che sono veramente fortunato. Avere la possibilità di svolgere a fianco di grandi attrici di grandi umanità oltre che di grande talento, non è da tutti i giorni. Credo che quel poco che so della recitazione e del mestiere lo so anche grazie a loro.
Teatro e cinema: le tue più grandi passioni. Qual è la tua preferita?
Non ti dico che ho qualcosa di preferito. A teatro ho la possibilità di approfondire più cose che con la velocità della televisione non si può. Il teatro ti dà la possibilità di riflettere una determinata scena.
Premio Bimbi belli, Premio Biraghi e tanto altro. Avresti mai pensato a tutto questo così giovane?
Non pensavo molto ai premi. Essi ti gratificano e ti incentivano a fare sempre meglio. Ma non avevo mai pensato ai premi. Il mio obiettivo è quello di lavorare a qualcosa di profondo che possa comunicare alla gente qualcosa d’importante. Farsi delle domande e lasciare che il pubblico risponda. Mostrare alcune tematiche scomode.
Giffoni film festival, per te un’esperienza importante accanto ad attori di un certo livello come Roul Bova o Castellitto. Cosa hai pensato quando hanno annunciato il tuo nome?
La cosa che mi ha fatto entusiasmare di più, oltre che stare accanto a grandi attori, è il fatto di essere insieme ad altre persone giovani come me. Poter parlare ai miei coetanei delle cose che ho fatto è un’occasione unica.
Che cos’è per te la recitazione?
Qualcuno diceva che la recitazione era la negazione di sé stessi. Io attraverso la recitazione vorrei capire l’altro, senza mai smettere di imparare. Chiedendosi: “Io cosa avrei fatto?”
Progetti futuri?
Concluderò le riprese di una serie tv che parlerà del primo giornale antimafia a Palermo.
Beatrice Manocchio
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