L’appuntamento per parlare della semilibertà concessa ai manager Thyssen che ha scatenato l’ira dei familiari delle vittime è per venerdì. Sarà presente anche la sindaca Appendino
I familiari delle vittime del rogo della ThyssenKrupp di Torino, avvenuto il 6 dicembre 2007 e nel quale morirono sette operai, incontreranno i rappresentanti dello Stato. L’appuntamento è fissato per venerdì alle 12, a Palazzo Chigi, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Lo si apprende da fonti di via Arenula che specificano che ad accompagnare i familiari sarà la sindaca di Torino Chiara Appendino.
Le vittime dei familiari avevano chiesto a gran voce di essere ascoltati dopo l’ennesima beffa arrivata dalla Germania. Nei giorni scorsi, infatti, la magistratura tedesca aveva concesso la semilibertà ai due manager condannati per la strage.
Via libera ad un regime di semilibertà, “offener Vollzug”, per Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager di Thyssenkrupp ritenuti corresponsabili dell’incendio del 2007. Sono stati condannati a cinque anni di carcere per omicidio e incendio colposo ma nella pratica, dopo la sentenza, resteranno in carcere solo di notte, mentre di giorno potranno lavorare.
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Thyssen, la rabbia dei familiari delle vittime
La sentenza arrivata dalla Germania ha fatto scatenare la rabbia e l’indignazione dei familiari delle vittime che da troppi anni ormai attendevano la decisione della giustizia sui manager. Tutto si aspettavano ma non una semilibertà.
C’è da dire che i due manager non sono mai stati arrestati fino ad ora, e nel merito della sentenza si passerà all’azione di arresto entro un mese.
Ma c’è di più, per i due, pare che la vita non sia affatto cambiata. Lo rivela La Repubblica che scrive: “I due, in teoria, potrebbero continuare persino a lavorare alla Thyssen: secondo quanto scoperto da Repubblica, Espenhahn e Priegnitz sono ancora regolarmente impiegati a Duisburg, al quartier generale del colosso dell’acciaio”.
“Ci incateneremo a Roma. Andremo a Essen. Qualcosa faremo. Devono dirci come è possibile questa cosa”. Questo il primo commento-sfogo di Rosina Platì, mamma di una delle sette vittime del rogo divampato alla Thyssenkrupp di Torino del 2007 appena appresa la notizia di semilibertà.
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E la richiesta da Roma è arrivata. Tutto da vedere quello che succederà nell’incontro di venerdì.
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