La Bayer patteggia con il 95% dei contenziosi in merito all’uso del Roundup, il diserbante al glifosato accusato di essere cancerogeno, da parte della Monsanto, acquisita nel 2018
Bayer si lascia la questione Monsanto alle spalle e guarda avanti. Lo fa sborsando una cifra esorbitante per pagare il patteggiamento. Il colosso tedesco della chimica, che aveva rilevato Monsanto un paio d’anni fa, ha dovuto affrontare la questione dell’erbicida Roundup, il diserbante al glifosato accusato per danni negli Stati Uniti di essere cancerogeno. E così quando l’azienda aveva acquisito Monsanto ha dovuto ereditare anche la saga del Roundup.
Un assegno da quasi 11 miliardi di euro per chiudere la querelle della quasi totalità dei contenziosi. Accordo trovato con il 75% delle controparti, corrispondenti a 95 mila casi, tre quarti di tutti quelli presentati che ammontano a 125 mila richieste di risarcimento già presentate o non ancora depositate.
Un compromesso stratosferico potremmo dire e considerato raro anche negli Stati Uniti. Non tutte le vittime però sono rientrate nell’accordo ma non è da escludere che in futuro potrebbero anche aderire. Queste le dichiarazioni di Kenneth Feinberg, noto avvocato incaricato dal tribunale di seguire la mediazione.
La pensa diversamente, invece, Fletch Trammell, l’avvocato che rappresenta le 5 mila persone che non hanno aderito al patteggiamento. “E’ come estinguere solo parte dell’incendio di una casa” ha detto subito dopo l’accordo.
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Bayer chiude la questione Monsanto, una storia lunghissima
Il risultato del patteggiamento che la Bayer ha raggiunto per via del diserbante al glifosato accusato di essere cancerogeno, è l’esito di una querelle lunghissima. Le trattative non sono state facili. La vicenda ha scosso il gruppo farmaceutico per anni e nonostante l’azienda abbia più volte difeso il diserbante che per le giurie è sospetto perché imputato di provocare il linfoma non-Hodgkin.
“È la giusta azione al momento giusto per portare a conclusione un lungo periodo di incertezza”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Bayer Werner Baumann.
Un capitolo oscuro che si chiude e che vede però mettere in campo una cospicua somma da parte del colosso farmaceutico per finanziare degli studi sui rischi associati al glifosato.
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Un team di esperti cercherà di risolvere due quesiti: se il glifosato causa il cancro e in caso di positività capire qual è il dosaggio minimo o il livello di esposizione minimo che possono ritenersi pericolosi.
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