A far data da ieri, mercoledì 24 giugno, è possibile iniziare a ritirare in anticipo le pensioni del mese di luglio, nonché la quattordicesima, stante la modifica dei calendari.
Da ieri, mercoledì 24 giugno, nuovamente in anticipo i pensionati italiani hanno iniziato a ritirare l’assegno del mese di luglio, nonché quello della quattordicesima. Ciò in forza della modifica del calendario delle erogazioni, avvenuto in fase emergenziale, ed oggi ancora mantenuto.
A renderlo noto Poste Italiane attraverso un comunicato. Questa anticipata erogazione non riguarderà, però, chi riceve l’accredito su conto corrente per cui varranno le normali tempistiche ossia il primo del mese.
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Come accaduto in piena fase emergenziale, anche per il mese di luglio le pensioni saranno accreditate con anticipo. Nello specifico Poste Italiane ha reso noto il calendario delle date con le lettere dei cognomi abbinate:
mercoledì 24 giugno dalla A alla B;
giovedì 25 giugno dalla C alla D;
venerdì 26 giugno dalla E alla K;
sabato mattina 27 giugno dalla L alla O;
lunedì 29 giugno dalla P alla R;
martedì 30 giugno dalla S alla Z;
Il mese di luglio è anche quello in cui viene erogata la quattordicesima, un “privilegio” cui non tutti hanno diritto. A beneficiarne i soggetti con almeno 64 anni ed un reddito pari al massimo ad 1,5 volte il trattamento minimo. Convertito in euro ciò significa che non si deve superare il limite di reddito di 786,86 euro. Stando a quanto riferito dall’Inps verranno erogate 3 milioni e 150mila quattordicesime. Per riceverla non è necessaria alcuna richiesta, il pagamento sarà effettuato in via automatica.
Ma quali sono gli importi? Chi possiede un reddito fino a 9.786,86 euro annui, percepirà una somma che può variare dai 437 ai 655 euro (in base agli anni di contributi versati).
Chi ha un reddito tra 9.786,97 euro e 13.048,14, percepirà una somma tra 336 e 504 euro sempre in forza del medesimo criterio di cui sopra.
Per quanto la notizia possa essere solo che positiva, bisogna però prestare attenzione a quelli che potrebbero essere eventuali errori. A spiegare cosa potrebbe accadere a Il Giornale, l’avvocato Celeste Collovati. Si tratta dei cosiddetti indebiti pensionistici. Errori nei calcoli, dovuti alle variazioni di reddito del pensionato non comunicate, per cui l’Inps potrebbe richiedere la restituzione di quegli importi corrisposti in misura maggiore rispetto a quelli spettanti.
Ma come mai ciò accade? L’avvocato, spiega a Il Giornale, che l’Inps si regola in base a delle circolari di cui pensionati non ne vengono obbligatoriamente a conoscenza. Nello specifico cita la n.47/2018 in forza della quale l’Istituto parla degli indebiti, ma non rende noto precipuamente cosa debba fare un pensionato a cui varia il reddito, circostanza che appunto determina una variazione dell’importo erogato in suo favore e di conseguenza una modifica dell’assegno.
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In conclusione per l’Inps ci sarebbe un dolo da parte del pensionato.
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