Se c’è un legame tra aria condizionata e diffusione del Coronavirus, ancora non è chiaro, ma abbiamo cercato di raccogliere tutte le informazioni a riguardo.
Sta arrivando l’estate e molti iniziano a chiedersi che correlazione vi sia tra l’aria condizionata e la diffusione del Coronavirus. Il tema è piuttosto dibattuto e, come tutto ciò che riguarda il Covid, sono molti i pareri discordanti: esperti e non fanno costantemente a gara per avere l’ultima parola, senza giungere mai ad una vera conclusione. Tutte notizie da prendere con le pinze, dunque, dato che la disinformazione a riguardo è alta. Tuttavia, cerchiamo ora di fare il punto della situazione e per farlo ci basiamo su quanto attestato dall’ECED, il Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie.
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Coronavirus e aria condizionata: cosa sappiamo?
Azienda indipendente dall’UE, specializzata in prevenzione e controllo delle malattie, l’ECED ha raccolto molti studi riguardo l’utilizzo dei vari sistemi d’areazione e ha sintetizzato le evidenze scientifiche in una lista. Ve ne riportiamo alcuni punti:
- I sistemi di ventilazione, se ben tenuti, filtrano piuttosto efficacemente i cosiddetti “droplet”, le gocce di saliva più grandi che produciamo quando parliamo o tossiamo.
- Per quanto riguarda le gocce più piccole, c’è una piccola probabilità che rimangano nel sistema di areazione. Esso può essere dannoso se ha un funzionamento a ricircolo d’aria.
- Ad oggi, comunque, il rischio legato all’uso dei condizionatori è classificato come molto basso. Nondimeno, è meglio evitare quelle situazioni in cui l’aria condizionata è puntata direttamente contro le persone.
- I sistemi di ventilazione che funzionano tramite introduzione di area dall’esterno potrebbero addirittura ridurre il rischio di trasmissione negli ambienti chiusi.
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