Nel primo trimnestre del 2020 la pressione fiscale è aumentata: il 37,1%, cioè 0,5 punti percentuali in più rispetto al medesimo periodo di riferimento del 2019. Lo rileva l’Istat.
Rispetto all’anno scorso la pressione fiscale è aumentata. Si tratta dello 0,5% in più rispetto allo stesso trimetsre del 2019.
Contestualmente l’Istat, nel suo ultimo comunicato stampa, relativo al Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP), e le stime relative alle famiglie e alle società, evidenzia un rapporto tra deficit e PIL del 10,8%.
Nello stesso periodo del 2019 era del 7,1%.
E’ cioè aumentata l’incidenza dell’indebitamento sul Prodotto interno lordo e ciò è dovuto alla riduzione delle entrate e all’aumento delle uscite.
Tra queste sono comprese anche le “spese straordinarie per cassa integrazione guadagni e varie tipologie di indennità relative al mese di marzo”, finalizzate ad affrontare l’emergenza.
Inoltre, il reddito lordo disponibile delle famiglie è sceso dell’1,6% rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto è calato dell’1,7%. “Le misure di sostegno ai redditi introdotte per contenere gli effetti negativi dovuti all’emergenza sanitaria hanno limitato in misura significativa la caduta del reddito disponibile e del potere di acquisto delle famiglie”, sottolinea l’Istat nel commento ai dati.
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Aumenta la tendenza al risparmio
Contestualmente crollano i consumi. Sempre nel primo trimestre dell’anno, la spesa per consumi finali delle famiglie si è ridotta del 6,4%.
Si tratta di una “brusca contrazione” legata alle misure di contenimento dovute all’emergenza Covid, secondo l’Istat.
Il tasso di risparmio invece è aumentato: è stato stimato che sia del 12,5%, cioè in rialzo di 4,6 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2019.
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