Secondo un recente studio pubblicato sul The Lancet il Tocilizumab avrebbe avuto un ruolo determinante nel ridurre la letalità del Covid-19 in pazienti gravi.
In piena crisi sanitaria, l’intero pianeta brancolava nel buio. Il numero dei contagiati saliva esponenzialmente, le terapie intensive erano al collasso e non si aveva certezza di quella che potesse essere la cura più efficace. In Italia si rilevò che il Tocilizumab, un antireumatico, aveva effetti positivi nel trattamento di pazienti Covid. Oggi, a mesi di distanza dall’inizio dell’emergenza, uno studio ha confermato che il farmaco ha avuto un ruolo determinante e che ha ridotto nei soggetti più gravi il rischio di una ventilazione meccanica invasiva, nonché il tasso di letalità da polmonite.
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Uno studio, quello sul Tocilizumab condotto da un team di ricercatori italiani e pubblicato sul The Lancet Rheumatology, che si era posto quale obbiettivo quello di rendere noti gli effetti positivi del farmaco nel trattamento dei pazienti Covid gravi.
La ricerca ha preso in considerazione i casi di soggetti maggiorenni ricoverati a Bologna e Reggio Emilia tra il 21 febbraio e il 24 marzo 2020, nonché alcuni a Modena tra il 21 febbraio e il 30 aprile 2020. A questi pazienti, giunti in ospedale con una polmonite grave, è stata somministrata la cura standard, ad alcuni è stato aggiunto il Tocilizumab. I due gruppi sono stati poi raffrontati restituendo un dato sorprendente. Si è notato che nei soggetti trattati con l’antireumatico si riduceva il rischio di dover ricorrere ad una ventilazione meccanica invasiva, nonché si rilevava una minor letalità causata dalla polmonite da Covid-19. In sostanza il Tocilizumab avrebbe ridotto la mortalità dal 20 al 7 percento, si legge sullo studio pubblicato dal The Lancet.
A commentare la ricerca numerose menti illustri, tra queste il Professor Enrico Bucci il quale tramite il proprio profilo Facebook ha affermato: “Uno studio retrospettivo tutto italiano, fatto veramente bene dal punto di vista del trattamento dei fattori confondenti e dei controlli“.
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Ed ancora, ha aggiunto: “I morti si riducono ad un terzo e il rischio composto di entrare in ventilazione assistita o morire si riduce enormemente. Questo è il potere degli studi fatti bene, in cui gli effetti confondenti sono trattati ed il potere statistico del campione è sufficiente. Non avevamo nulla, oggi abbiamo un’arma in più“.
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