I governi non si sono preparati a sufficienza come invece fanno per le guerre, “La prossima epidemia attirerà l’attenzione”, dice Bill Gates
Il padre fondatore di Microsoft qualche giorno fa ha tenuto un discorso durante una conferenza di Medicina a Boston ed ha avuto modo di parlare di epidemiologia nel contesto della globalizzazione, con un monito quasi profetico.
Durante l’intervento si è dimostrato compiaciuto dei risultati raggiunti dalla medicina in questi decenni però ha posto l’attenzione anche su un’altra tematica preoccupante che già aveva posto in auge 15 anni fa: gli stati e la popolazione sono impreparati ad affrontare una nuova epidemia globale.
Bill Gates in un intervento risalente a 15 anni fa parlò dei suoi timori riguardo l’esplosione di una pandemia per la quale il mondo probabilmente non era pronto: “Se ci sarà qualcosa che potrà uccidere milioni di persone sarà un virus più che una guerra. Non missili, ma virus”. Ne aveva parlato in seguito allo scoppio dell’epidemia di Ebola in Africa occidentale: questa uccise più di 10mila persone ma che non si diffuse per il lavoro eccellente dei sanitari e perché era stato isolato alle zone rurali.
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Nel 2015 però Gates pubblicò un editoriale sul New England Journal of Medicine ritornando sull’argomento epidemiologico e preannunciò la forte probabilità dello scoppio di una nuova epidemia per la quale il mondo non era preparato. Nell’editoriale di leggono queste parole che contestualizzate ora creano sgomento: “Immagina un virus che infetta le persone senza mostrare sintomi. Le persone si sentirebbero abbastanza in forma per continuare a viaggiare o andare a fare shopping contagiando tutti (…) Ci sono anche altri parametri da considerare, come la possibilità che il virus sia n grado di diffondersi nell’aria come la Spagnola del 1918”.
La recente pandemia globale che ha causato oltre 500mila decessi in pochi mesi è stata un dramma che non ci saremmo mai aspettati. Bill Gates lo aveva detto che in caso di pandemia il mondo non sarebbe stato pronto, ed è quello che è accaduto. Dello stesso avviso anche l’OMS lo scorso febbraio che aveva espresso le sue preoccupazioni e dichiarato che il mondo “non era pronto ad affrontare” il Coronavirus.
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Il magnate durante la conferenza di Boston pone l’accento sul fatto che senza le armi giuste è difficile combattere questa guerra. Poter prevenire questa situazione sarebbe stato possibile da parte dei governi se avessero affrontato il tutto con maggiore responsabilità: sviluppo di tecnologie all’avanguardia, piani di intervento per le case di riposo, le fabbriche, la somministrazione dei test, la messa in sicurezza degli stessi sanitari. “C’è stato un fallimento nella preparazione e il costo sarebbe stato esiguo rispetto a quanto spendiamo per essere pronti da anni alla guerra”, dice Gates.
Proprio i test avrebbero fatto la differenza se gestiti e preparati in modo diverso e con velocità come invece hanno fatto Taiwan, Australia, Nuova Zelanda e Italia. “Forse impareranno da questa lezione – continua – “ma dobbiamo prepararci alla prossima (epidemia? n.d.r.) che attirerà sicuramente l’attenzione”.
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