Teheran ha emesso un mandato d’arresto per Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, e per altri 36 cittadini tra cui figurano alti funzionari dell’amministrazione americana, per l’omicidio del generale iraniano Qassem Soleimani
Il generale iraniano Qassem Soleimani è stato ucciso in un raid Usa all’aeroporto di Baghdad lo scorso 3 gennaio. Ali Alqasimehr, procuratore di Teheran, ha spiegato che le accuse sono di “omicidio e terrorismo” e che il processo contro il presidente Usa continuerà anche dopo la fine del suo incarico presidenziale. Il procuratore iraniano non ha svelato i nomi dei 30 ricercati ma ha dichiarato che l’Iran ha inoltrato una richiesta di collaborazione all’Interpol al fine di emettere un “red notice”, una allerta rossa per i ricercati sotto accusa. Prima di essere ucciso nel raid, Soleimani è stato il comandante della forza Quds, un corpo speciale dei Guardiani della rivoluzione, chiamato ‘Pasdaran’, che si occupa delle operazioni all’estero e che per più di due decenni ha plasmato la politica iraniana in Medio Oriente. Ha inoltre rafforzato sul piano militare l’alleanza anti-americana.
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L’amministrazione di Donald Trump ha inserito i Pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche
Ad aprile 2019, l’amministrazione Trump ha i Pasdaran, che in Iran sono i più potenti dell’esercito regolare e dipendono dal Leader supremo, Khamenei, nella lista delle organizzzazioni terroristiche che minacciano la sicurezza degli Stati Uniti. L’anno precedente Donald Trump aveva deciso di ritirare gli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano firmato nel l’anno 2015.
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L’omicidio di Soleimani è giunto dopo mesi di tensioni tra Teheran e Washington, culminate a fine dicembre con l’assedio di alcuni uomini delle milizie irachene filo-Iran all’ambasciata americana a Baghdad.