Roberta Stellato racconta a YesLife la sua esperienza lavorativa. Dalla danza al teatro, dal cinema alla musica. La sua è un arte a 360 gradi
Roberta Stellato, è un’artista a 360 gradi. Attrice, di cinema e teatro, e dj. L’arte è una sua priorità. Fin da piccola ha avuto la possibilità di avvicinarsi a questo mondo che poi è diventato la sua vita. Da bambina sognava di diventare una ballerina, poi il destino l’ha portata sul palcoscenico e dietro una telecamera e da lì il suo modo di vedere le cose è cambiato.
Roberta è curiosa, sempre pronta ad imparare cose nuove e scoprire quello che il mondo ci riserva.
Abbiamo avuto l’occasione di parlare a lungo con Roberta, che ha risposto alle nostre domande, togliendoci qualche curiosità.
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Cara Roberta, com’è nata la tua passione per la recitazione?
Un po’ per caso, anche se penso che il caso non esista. Il mio sogno nel cassetto era fare la ballerina. Poi mi sono fatta male e le cose sono cambiate. Ho imbrogliato i miei genitori per venire a Roma. Mi sono iscritta all’università dove ho vinto tre borse di studio con cui mi pagavo i corsi di recitazione. Li ho capito che era più interessante non essere Roberta 24 ore al giorno. Forse ho trovato un altro modo per sentirmi viva.
Che cos’è per te la recitazione?
Essere degli “assassini di bussole”. E’ come stare in una quinta di un teatro e la vita ti arriva in faccia alla velocità della luce.
Non solo cinema ma anche teatro, qual è il settore che più preferisci?
Sono due cose completamente diverse. Il teatro, come diceva De Filippo, è quel posto in cui il cuore ti batte tutte le sere. Il cinema è magia, il cuore ti scoppia in faccia.
Un’artista a 360 gradi, la musica è un’altra tua grande passione. Sei anche una dj. Cosa ci racconti di questa esperienza?
Ho avuto la possibilità di suonare in diversi posti. Sono cresciuta con la musica. È ed è stato il mio secondo lavoro. Tutti i posti in cui ho suonato sono diventati la mia seconda famiglia. La musica mi ha dato la possibilità di far nascere un progetto da cui è nato un brand chiamato Fuckdupromance ed è un format con cui collaboro con diversi amici.
Qualcuno ti definisce un ibrido, perché?
Ibrido è una parola che mi piace. Nessuno è una cosa sola, siamo tutti complicati, in senso positivo. Sono tante cose.
In questo momento, nonostante l’emergenza, stai lavorando a qualche progetto?
Sto portando avanti il mio progetto fotografico da cui nascerà un documentario.
Come hai vissuto il lockdown da un punto di vista lavorativo?
Io non l’ho preso benissimo questo lockdown. Forse ho imparato ad essere un essere umano, con le paure le fragilità, soprattutto con la vita e la morte. Il nostro settore è stato quello più colpito.
Progetti futuri?
Ho appena finito di lavorare ad un progetto internazionale diretto da Roland Joffe. Ma non posso rivelare altro.
Che cos’è per te l’arte, intesa come musica, danza, teatro e cinema?
Penso che sia la presenza che però è nell’assenza. E lì trovi l’essenza.
BEATRICE MANOCCHIO
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