Coronavirus. I negozi di vendita al dettaglio avevano ripreso una graduale risalita subito dopo la fine del lockdown che sembra essersi arrestata di colpo
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Più di due mesi chiusi a casa per il Coronavirus, senza vedere nessuno, lontano dagli affetti più cari e dalle abitudini giornaliere, avevano tolto anche quello che è un piacere per molti, una necessità per altri: lo shopping.
Si, è vero, è stato sempre possibile fare acquisti online, ma la sensazione di trovarsi in un negozio, l’odore dei tessuti, il piacere di provare un nuovo paio di scarpe, è tutta un’altra storia. Subito dopo la fine del lockdown tutti gli esercizi commerciali hanno registrato un’impennata clamorosa e una conseguente ripresa delle attività sotto il segno della speranza. Complice era ovviamente il desiderio degli italiani di tornare ad una parvenza di normalità e di ritagliarsi dei gesti comuni che erano stati strappati via.
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Negozi vuoti, continua l’incubo dovuto al Coronavirus
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Questa situazione rosea è durata ben poco. I motivi sono molteplici e facilmente intuibili. Innanzitutto la capacità di spesa di tutti è fortemente limitata e diminuita rispetto al periodo precedente alla quarantena. Recessione e crisi economica sono termini a cui abbiamo fatto l’abitudine. Inoltre, la chiusura delle scuole e l’avanzata prepotente dello smart working, hanno fatto la loro parte. Se da un lato sono servite a contenere e limitare la diffusione del virus, dall’altro hanno ostacolato la circolazione libera delle persone. Di conseguenza gli acquisti sono calati.
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La cassa integrazione non è più un paracadute sufficiente. Se da un lato all’inizio poteva servire a contenere i costi fissi, adesso non è più così. I lavoratori a tempo determinato sono stati per la maggior parte liquidati. Si prevedere il 30 – 40 % in meno di fatturato.
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