“Nessun rispetto per mio padre morto a Roma di Coronavirus: i suoi effetti ritrovati a Varese”

Il 34enne Daniele Scacco il 18 aprile scorso ha perso il padre Massimo, 66 anni, dopo un mese in ospedale a causa del Covid

padre morto covid
Daniele Scacco e suo padre (foto dal web)

Daniele Scacco è stato intervistato da ‘Tgcom24’ a proposito della morte di suo padre di 66 anni per Covid-19: “Un mese dopo la morte di mio padre a Roma per Covid-19, la polizia di Varese mi ha chiamato per dirmi che i suoi effetti personali erano lì ed erano stati forse portati con le lenzuola che da Roma verrebbero sanificate in Lombardia. Non c’è stato nessun rispetto per mio padre, nemmeno dopo la sua morte, e nemmeno per noi familiari. Non so se ci sia stata negligenza nelle cure: ci dicevano che era migliorato, poi non ce l’ha fatta. E al dolore della sua morte si è aggiunta anche la scomparsa di tutte le sue cose”. Daniele Scacco continua raccontando che il 17 aprile scorso, una dottoressa dell’ospedale romano dove era ricoverato suo padre gli dice che sta migliorando ma il giorno dopo riceve una telefonata con cui apprende che suo papà non ce l’ha fatta, ha avuto un crollo, gli si è collassato un polmone e che è morto. Per quattro giorni Daniele ha fatto il giro dei reparti del nosocomio capitolino per recuperare le sue cose.

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Daniele Scacco: “La polizia di Varese aveva gli oggetti di mio padre”

Covid19 studio
Ospedale reparto Covid-19

Il 34enne ha continuato il suo racconto dicendo che la polizia di Varese aveva la trousse del padre con il telefono, il portafoglio senza soldi e altri effetti personali. Si dice quindi scioccato dato che non si spiega come facevano le cose di suo padre a essere a 500 km di distanza.

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“La risposta – conclude Daniele Scacco è stata che una persona ha fatto avere il borsello alla polizia locale e che il tutto poteva essere tra le lenzuola che da Roma verrebbero sanificate a Varese. Una risposta assurda”.

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