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Giulio Tarro, noto virologo italiano, non le manda a dire ai colleghi: per lui il coronavirus sta morendo, chi parla di seconda ondata e la paragona alla Spagnola sarebbe “un asino”.
La voce del professor Giulio Tarro è una di quelle, spesso, uscite fuori dal coro. Le sue posizioni, delle volte in controtendenza rispetto al resto della comunità scientifica, gli sono valse da parte dei colleghi pesanti critiche. Alcune ritenute da Tarro vere e proprie diffamazioni.
Il noto virologo, nonostante i pareri contrari, continua a rimanere sui suoi passi ed alla fondazione Pietro Nenni ha rilasciato un’intervista proprio in tal senso. Nello specifico su di una possibile seconda ondata dell’epidemia, nonché sulle similitudini del coronavirus con la Spagnola. Non sono mancate parole al vetriolo nei confronti di alcuni colleghi.
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L’intervista della Fondazione Nenni al noto virologo Giulio Tarro si apre subito con una considerazione, ossia il parere del professore in merito alle ultime dichiarazioni del collega Ranieri Guerra circa una recrudescenza dell’epidemia il prossimo autunno e ad una potenziale similitudine con la Spagnola.
Il professor Tarro non le manda a dire ed afferma: “Questa è una gigantesca fesseria. Solo un asino può fare certi paragoni. Da un punto di vista scientifico è un confronto insostenibile“. In primo luogo, spiega il virologo perché tra le due epidemie intercorrono cento anni. In seconda istanza, perché il Sars-Cov-2 non è un virus influenzale. Infine, non bisogna dimenticare che il contesto è totalmente differente rispetto al 1920.
Diversi anche i soggetti colpiti, specifica Tarro. La Spagnola mieteva vittime soprattutto fra i giovani poiché questi ultimi non possedevano anticorpi in grado di difenderli, cosa che invece avevano i più anziani i quali l’avevano già contratta. Ciò in forza del fatto che i virus influenzali ritornano periodicamente. Quelli beta-coronavirus a cui appartiene il Sars-Cov-2 o spariscono o si regolarizzano. In conclusione riferisce Giulio Tarro alla Fondazione Nenni le due epidemie non sono in alcun modo paragonabili. A riprova, il noto virologo afferma che nel 2009 la Spagnola tornò, ma venne nomenclata come influenza suina. Guardando la sigla, infatti, si evince come le due appartenessero allo stesso ceppo. Proprio per le ragioni di cui sopra non dilagò tra la popolazione.
Stando a quanto riferisce il professor Giulio Tarro alla Fondazione Nenni, i beta-coronavirus conferirebbero un’immunità perenne, tant’è che chi venne colpito dalla Sars e riuscì a guarire, oggi non ha contratto il Covid. Inoltre, quest’ultimo scomparirà proprio come la Sars. La domanda nasce, dunque, spontanea: perché quest’informazione non viene fornita dalle autorità sanitarie? La risposta di Tarro è al vetriolo: “Per la stessa ragione per cui è stato ritirato dal mercato il Plaquenil: perché si tratta di un farmaco dal basso costo. Se venisse realmente spiegato cos’è il Sars CoV2, finirebbero i vari vantaggi che numerosi pseudo scienziati e incompetenti si sono guadagnati in questo periodo. Questi ultimi dovrebbero tornare non all’università, ma in prima elementare“. Parole davvero molto forti.
Tarro spara a zero anche sull’Organizzazione Mondiale della Sanità sul perché non intervenga a chiarire la situazione: “Perché dovrebbe sconfessare le cretinate proferite da persone come Ranieri Guerra o Walter Ricciardi. L’Oms è un insieme di contraddizioni. In questo frangente sta facendo una figura barbina e vergognosa. L’esempio più lampante è quello riguardante l’infettività degli asintomatici. Nessuno parla di carica virale, che poi è il solo parametro per valutare la possibilità di contagio tra individui“.
Al momento, in Italia, non si hanno stime precise circa l’immunità in ragione del fatto che i cittadini sembrano refrattari a sottoporsi al test sierologico. Per Giulio Tarro la spiegazione è una: “Il test sierologico da noi è stato organizzato in modo indecente. È impensabile mettere in quarantena un soggetto positivo alle IgG nell’attesa che venga sottoposto al tampone e soprattutto di conoscere gli esiti di quest’ultimo. È una balordaggine! Pur essendovi un tampone positivo, lo sanno tutti che il virus rilevato in questo frangente è morto e non può essere infettivo“.
Sulla tanto temuta seconda ondata epidemica in autunno, Giulio Tarro è certo: “Non scherziamo! Ci mancherebbe altro. Ammessa anche l’insorgenza di alcuni casi, si sa come trattare questo virus. Forse – riferisce alla Fondazione Nenni, attaccando nuovamente i due colleghi- Ranieri Guerra e Walter Ricciardi non lo sanno, ma i medici fanno bene il loro lavoro. Ma aggiungo: non solo il prossimo autunno non si registrerà una seconda ondata, ma siccome ormai il virus è moribondo, rinnovo a tutti il consiglio di gettare via le mascherine. Non servono più. Se le mettano Ricciardi e Guerra così la smetteranno di dire sciocchezze“.
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Ci va giù pesante, dunque, Giulio Tarro con i colleghi Guerra e Ricciardi: le loro posizioni sono totalmente inconciliabili.
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