Sembra che torneremo a viaggiare ma con pesanti limitazioni per quanto riguarda l’Italia che pone dei vincoli ai Paesi extraeuropei
Lentamente ma inesorabilmente moltissimi Paesi stanno riprendendo ad allentare la tensione e a riaprire le cinghie dei confini statali. Anche se però l’emergenza Covid sembra scemata la prudenza deve restare alta per evitare l’insorgere di nuovi focolai improvvisi.
L’Unione Europea ha riaperto le frontiere il 1° luglio anche se sussistono attualmente delle limitazioni ai Paesi – facenti parte della “lista verde” – che possono accedere: ammessi Marocco, Tunisia, Algeria, Serbia, Montenegro, Georgia, Canada, Uruguay, Thailandia, Corea del Sud, Giappone, Austria, Rwanda e Nuova Zelanda. Via libera anche per la Cina.
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Esclusi, per il momento, Stati Uniti, Brasile, Russia, India e Israele. A questi sarà forse aggiunta la Cina, ma con una clausola, ovvero solo se in grado di garantire la reciprocità all’Europa. Per questi stati nessun obbligo di quarantena ma solo il rispetto di tutte le norme anti-Covid (distanziamento e mascherine nei luoghi chiusi).
A differenza dell’Europa, l’Italia ha deciso di mantenere altri standard per la riapertura delle frontiere e adottare una linea che punta tutto sulla prudenza con precauzioni maggiori per preservare la sicurezza dei suoi cittadini.
Il Ministro Speranza ha infatti deciso di non chiudere le frontiere con i Paesi dell’area Schengen, ma ha scelto una linea più attenta per invece proviene da un paese extraeuropeo: a queste persone sono richieste 2 settimane di quarantena in via precauzionale. Regola sicuramente rigida ma lo stesso Ministro spiega: “L’Italia sceglie la linea della prudenza e mantiene in vigore l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per tutti i cittadini provenienti dai Paesi extra Schengen”.
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Dalla lista italiana sono però stati esclusi alcuni Paesi ritenuti “pericolosi” come Russia, Stati Uniti e Brasile a causa dei pesanti bilanci registrati ancora in termini di vite che il virus sta mietendo. Un nuovo lockdown sarebbe davvero complicatissimo da gestire ad ogni livello e il nostro Paese non può permetterselo (ndr).
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