Il professor Luca Richeldi ha parlato della situazione dei guariti da Covid-19, un terzo dei quali presenterebbero dei disturbi “inspiegabili”.
In Italia quasi l’80% delle persone risultate positive al coronavirus, stando ai dati di ieri del Ministero della Salute, è guarita o è stata dimessa. Dati incoraggianti considerati quelli registratisi negli scorsi mesi che hanno messo in ginocchio per settimane il Paese. In merito alla situazione dei guariti, ha parlato in un’intervista rilasciata al settimane Famiglia Cristiana, il presidente della Società italiana di pneumologia Luca Richeldi. Secondo il professore un terzo dei guariti presenterebbe danni ai polmoni o accuserebbero disturbi di altro tipo che sarebbero difficilmente spiegabili.
Leggi anche —> Due fratellini positivi al virus: chiusi un ristorante ed un centro estivo
Il professor Richeldi: “Circa un terzo dei soggetti guariti dal Covid-19 ha ancora un danno funzionale“
“Stiamo constatando che all’incirca un terzo dei soggetti che hanno avuto la polmonite da Covid-19 ha ancora un danno funzionale, ossia presentano un polmone non ancora completamente ripreso“. Queste le parole del presidente della Società italiana di pneumologia Luca Richeldi nel corso di un’intervista a Famiglia Cristiana. Richeldi, componente del Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile per la gestione dell’emergenza, ha poi proseguito spiegando che non si è ancora a conoscenza se questo tipo di danni sia permanente e definitivo o se possa essere progressivo. Come non si sa se la problematica possa risolversi da solo o attraverso terapie specifiche. Dai segnali e dagli studi che arrivano dalla Cina, però, secondo lo pneumologo, si pensa che alcuni di questi danni possano essere permanenti.
Richeldi, per queste ragioni, ha invitato tutte le persone guarite a sottoporsi a regolari controlli in seguito alle dimissioni. “Questo è un virus nuovo- afferma a Famiglia Cristiana Richeldi, come riporta Virgilio- e per questo è più difficile dare informazioni dettagliate ai pazienti. Si tratta delle cosiddette cicatrici. Parliamo di una forma di fibrosi polmonare che pare possa essere sviluppata in particolar modo dai pazienti che sono stati ricoverati in terapia intensiva o che sono stati intubati o ventilati“. Il polmone afferma il professore rappresenta la porta di ingresso del virus e, dunque, è il primo organo ad essere danneggiato. Adesso, però, è fondamentale capire cosa possa essere successo agli altri organi come il cuore o i reni.
Leggi anche —> I medici lanciano l’allarme caldo: si può incorrere in cali di pressione e aritmie
A tal proposito, Famiglia Cristiana ha intervistato una delle pazienti che presenterebbero questi disturbi “inspiegabili”. La donna ha affermato: “Prima –riporta Virgilio.it– venivamo chiamati untori, adesso passiamo per depressi ed ipocondriaci. È brutto da dire, ma è la verità, stavamo meglio quando avevamo il virus“.