L’olivina in micrograni, cosiddetta sabbia verde, sarebbe in grado di ripulire l’aria dalla CO2 dimostrandosi un’ottima alleata contro il surriscaldamento globale.
Non è opera dell’uomo, ma l’ennesima riprova della perfezione della natura. Gli agglomerati di micro grani di Olivina che all’occhio sembrerebbero distese di sabbia verde, sarebbero in grado di ripulire l’aria dall’anidride carbonica. Una capacità che le vale di certo il titolo di ottima alleata contro il surriscaldamento globale.
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Sarebbe in grado di assorbire, riporta la redazione de La Repubblica, tonnellate di CO2 l’olivina che in micrograni si presenterebbe come una distesa di spiaggia verde. Un meccanismo naturale, vecchio di milioni di anni, di cui adesso la Project Vesta, un’associazione ambientalista, ne sta vagliando le potenzialità.
L’incredibile processo si chiama degradazione atmosferica. In sintesi la CO2 nell’acqua piovana, corrode le rocce come appunto l’olivina. Questa reazione porta a depositare sul fondo dell’oceano diverse sostanze. Nei fondali, i microorganismi marini li trasformano in carbonato di calcio utilizzato dalle specie che necessitano di un guscio a costruirsene uno.
È un processo efficace, ma che di certo incontra il suo peggior nemico nel tempo. Già perché il meccanismo, prima di giungere ad un risultato, necessita di un arco temporale lunghissimo. È qui che entra in gioco l’uomo, il quale adesso sarebbe a lavoro per cercare di accelerare il fenomeno.
Come? Cospargendo il bagnasciuga di olivina e lasciare che l’oceano faccia il resto. Questo il progetto della Vesta la quale sta investendo molto sull’idea. Peraltro, e ciò non è di poco conto, il costo di realizzazione sarebbe bassissimo.
Sembrerebbe essere tutto perfetto, eppure c’è un dubbio che attanaglia gli esperti. In primo luogo la preparazione della sabbia verde, poiché già solo l’estrazione dell’olivina richiede molta fatica.
Inoltre, non sarebbe da sottovalutare il rilascio di fosforo causato dalla rottura dell’olivina che andrebbe ad incidere sull’ecosistema marino, alimentando le alghe. Il percorso è ancora lungo e numerosi studi devono essere ancora effettuati. Ci vorrà del tempo, ma qualora i risultati dovessero essere quelli sperati, finalmente potrebbe affermarsi che è questo l’unico metodo per arginare in maniera permanente il problema della CO2. Basterebbe, riporta La Repubblica, ricoprire solo il 2% delle coste di tutto il Globo per avere risultati eccellenti.
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Non bisogna però dimenticare che il cambiamento climatico è purtroppo un fenomeno inesorabile, che ogni giorno arreca danni sempre maggiori al pianeta.
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