Pandemia e fake news: ad oltre un secolo di distanza, il ricordo della Spagnola può insegnarci a non cadere nei trabocchetti della cattiva informazione.
Dalla storia si può e si deve imparare. Molto spesso in questi mesi abbiamo sentito parlare di influenza Spagnola, in un continuo confronto con il Coronavirus. Ma cosa sappiamo davvero di una delle epidemie più devastanti del ‘900? E, soprattutto, cosa fu manipolato, al tempo, per fini meramente politici?
Da un certo punto di vista è vero, l’influenza Spagnola ha vari punti in comune con il Coronavirus, almeno per quanto riguarda il contesto storico in cui si è verificata. Gli anni in cui esplose la Spagnola erano anni già di per sé caratterizzati da forti tensioni ed inimicizie internazionali: proprio per questo per gli organi di potere del tempo fu facile sfruttare le informazioni a propria disposizione. In breve tempo si diffusero fake news riguardo la pandemia, che andavano dall’attribuzione di colpe alla cosiddetta “propaganda tranquillante”.
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Influenza spagnola, le fake news durante la pandemia
Un primo importante dato è quello che riguarda il nome della pandemia. La denominazione influenza Spagnola è un fatto politico, che nulla ha a che vedere con il reale coinvolgimento della Spagna (o almeno con il suo maggior coinvolgimento rispetto ad altri paesi). La Spagna era uno dei pochi paesi neutrali durante la Prima Guerra Mondiale: non essendo coinvolta nella guerra, la sua stampa non era sottoposta a censura. Mentre in Italia ed in altri paesi venivano costantemente silenziate le informazioni relative alla diffusione del virus, in Spagna la notizia si diffuse ben presto a macchia d’olio. Interessante è, inoltre, notare come il virus sia stato chiamato in diversi modi a seconda della collocazione geografia e delle inimicizie politiche. Tanto per dirne una, in Spagna è ampiamente ancora ampiamente noto come Soldato Napoletano.
Altro importante dato è quello relativo all’uso del virus come arma chimica. Se ancora adesso appare ai limiti del fantascientifico l’idea di un virus letale “creato in laboratorio”, pensiamo quanto lo potesse essere allora. Eppure non mancò una fortissima propaganda anti-tedesca da parte dei membri dell’Intesa. La Germania fu accusata di star diffondendo il virus avvelenando i pozzi e la pandemia stessa fu rappresentata dalle fonti di informazione come “alleata tedesca”.
Un’ultima considerazione è infine quella relativa alla cura. Anche durante la Spagnola furono infiniti i tentativi di curare il virus con metodi poco consoni, dalle iniezioni di disinfettante (qualcosa di non molto lontano da noi) al salasso con le sanguisughe. Persino la cipolla fu usata come anti-virale per arginare un’epidemia incontenibile.
Il passato, un’arma contro la disinformazione
Ciò che emerge da questa breve ricostruzione è quanto possa essere facile sfruttare l’informazione a fini politici, per diffondere odio e trarne un vantaggio personale. Impariamo dunque a difenderci dalla disinformazione e a non cedere -come è naturale fare- a soluzioni semplicistiche e a facili identificazioni di capri espiatori.
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