Stando ai dati del Global E-waste Monitor 2020 dell’Onu la produzione di rifiuti elettronici sarebbe aumentata esponenzialmente.
Nel 2019, è stato stimato in un rapporto del Global E-waste Monitor 2020, la produzione di rifiuti elettronici sarebbe lievitata in maniera esponenziale. L’Europa è il continente che si aggiudica il maggior quantitativo di produzione di tale tipologia di materiale con un peso, per cittadino, pari a 16 kg.
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Rifiuti elettronici, il rapporto del Global E-waste Monitor 2020
Sono dati alquanto sconvolgenti quelli emersi dall’ultimo rapporto del Global E-waste Monitor 2020. Stando a quest’ultimo, nel 2019 sull’intero Pianeta si sarebbe registrata una produzione spropositata di rifiuti elettronici, nello specifico si parla di oltre 53 milioni di tonnellate. La maggior parte di essi proverrebbe dall’Asia. I rifiuti di tal tipo sono tutti quelli che per il loro funzionamento necessitano di pile o di una presa di corrente.
A mezzo del rapporto, oltre assumere contezza del dato, è stata effettuata anche una proiezione di quelli che saranno i numeri nei prossimi dieci anni. Il Global E-waste Monitor 2020 parla di ulteriori 21 milioni di tonnellate in più rispetto a quelle del 2019.
Sarebbe questa, dunque, la tipologia di materiali di risulta maggiormente in aumento sul Pianeta. Circostanza dettata, ovviamente, anche e soprattutto dalla crescente fruizione di dispositivi elettronici e dalla impossibilità di riparazione in alcuni casi.
Ma non è tutto. A rendere il quadro drammatico è il fatto che, riferisce il Global E-waste Monitor 2020, di quelle 53 milioni di tonnellate prodotte nel 2019 solo il 17% di esse sia stato oggetto di riciclo. Un dato sconcertante se si pensa che materiali preziosi impiegati per assemblare questi dispositivi (argento, oro etc) sono andati distrutti. Si stima che a finire al macero siano stati ben 50 miliardi di euro.
Distribuzioni dei rifiuti nei vari continenti
In una classifica non degna di lodi, al primo posto si attesta l’Asia che delle 53 milioni di tonnellate ne avrebbe prodotte quasi 25. A seguire l’America con 13 e subito dopo l’Europa con 12. Pochi, invece, i rifiuti elettronici prodotti da Africa ed Oceania rispettivamente 2,9 e 0,7 milioni di tonnellate. Un danno incalcolabile quello arrecato all’ambiente se si pensa che nel 2019 l’abbandono di questi materiali ha prodotto ben 98 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
In estrema sintesi ogni abitante della Terra lo scorso anno avrebbe prodotto in media oltre 7 kg di tale tipologia di rifiuti. Guardando a tale dato l’Europa è il continente con la media più alta, che pro-capite riporta una produzione di 16,2 kg a cui seguono l’Oceania America per poi chiudere Asia ed Africa.
I danni dei rifiuti elettronici
I rifiuti elettronici contengono al loro interno sostanze nocive non solo per l’ambiente ma anche per l’uomo. Alcune di esse, infatti, come il mercurio sarebbero in grado di alterare il sistema neurologico a seguito di una lunga esposizione.
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A far data dal 2014 ad oggi sono poco meno di 80 i Paesi che hanno dato rilievo ai rifiuti elettronici ed al loro smaltimento. Sembrerebbe un numero cospicuo, ma in realtà è ancora di molto lontano dagli obbiettivi fissati dalla preposta autorità internazionale delle telecomunicazioni.
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