Tra Alberto Zangrillo e Andrea Crisanti non scorre buon sangue: nella puntata di Omnibus è stata fornita ulteriore riprova.
Durante l’intero periodo emergenziale, i cittadini italiani sono stati travolti da una valanga di informazioni concernenti il virus. Giornali, televisioni, tutti i mezzi di informazione si sono catalizzati non soltanto sul Covid-19, ma anche su chi parlava della pandemia. I virologi e gli epidemiologi hanno sostituito i consueti opinionisti ed i programmi, anche quelli più leggeri, sono diventati arene di confronto.
Non solo però confronto, ma anche scontro, perché le posizioni dei numerosi esperti spesso sono state confliggenti. Per tale ragione il pubblico ha assistito a vere e proprie bagarre, la più famosa quella tra Roberto Burioni e Giuseppe De Donno sulla plasma terapia. Ma i due luminari non sono gli unici ad essersi lanciati frecciatine. Anche tra i professori Alberto Zangrillo ed Andrea Crisanti non scorre buon sangue. L’ultima dimostrazione è giunta nella puntata di ieri di Omnibus.
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Il professor Alberto Zangrillo è stato ospite della puntata di ieri di Omnibus, programma in onda su La 7. Il primario dell’Ospedale San Raffaele di Milano è stato interrogato su alcune dichiarazioni rilasciate da Crisanti. Nello specifico quelle riguardanti l’assenza di evidenze scientifiche circa un rabbonimento del virus. Zangrillo, non concorde con la posizione del collega ha rimarcato le proprie. Il Covid-19 avrebbe perso la sua capacità replicativa, questo il motivo per il quale la malattia sarebbe scomparsa.
Ma Zangrillo non si ferma e prosegue, riservando al collega una stoccata silente: “Crisanti fino a qualche tempo fa era entomologo-parassitologo. La mia non è una polemica, lui non ha mai voluto conciliarsi. Preferisce rimanere sui propri passi insolentendo dieci persone che, al mio fianco, in quest’ultimo periodo hanno fatto la storia della medicina per confutare le tesi di Remuzzi, Palù e Clementi che vaglia la carica virale, lui vuole fare il fenomeno. Dica ciò che crede, alla fine tireremo le somme“.
Zangrillo utilizza toni duri nei confronti del collega e chiede massima trasparenza per i cittadini che in questo frangente navigano in balia del timore che possa ripiombarsi in uno stato emergenziale. Secondo Zangrillo, difatti, il terrorismo psicologico che si può produrre potrebbe portare più danni di quanti possa farne il virus.
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Il primario del San Raffaele ha tenuto a precisare che il virus non è scomparso e soprattutto che le norme di prevenzione, proprio adesso, non vanno trascurate. Ed è proprio questo uno dei suoi più grandi timori insieme alla possibilità che il virus venga riportato in Italia dai turisti.
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