La camminata veloce è spesso confusa con la “passeggiata per negozi” senza alcuno specifico obbiettivo terapico ma produce molti benefici mentali e fisici
La camminata veloce è un’attività aerobica di fitness e può essere praticata indoor, su tapis roulant, oppure outdoor, all’aperto. Si tratta di un’attività che richiede meno impegno, con conseguenti meno complicazioni per articolazioni e muscolatura, rispetto alla corsa di fondo, alla marcia, ciclismo, o altri sport in acqua.
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Molte persone però la sottovalutano considerandola poco intensa e scarsamente efficace. In realtà si tratta di un’attività motoria che, dal punto di vista biomeccanico, impegna l’organismo in modo parecchio diverso; sono quindi l’intensità (intesa come velocità e pendenza del suolo) e il volume di lavoro a definire l’impegno globale della camminata veloce.
Anche questa però, non è una pratica esente da controindicazioni; può essere sconsigliata in presenza di disagi muscolari ed osteoarticolari, oppure strettamente legati ad una condizione di grave obesità.
Già definita da Ippocrate oltre 2mila anni fa “la migliore cura per l’uomo”, la camminata veloce è da considerarsi un’abitudine sana da coltivare in solitaria o anche in compagnia e che produce grandi benefici fisici e mentali.
I medici consigliano di praticarla ameno 3 volte la settimana tra mezz’ora e un’ora di attività, ma nel tempo si può decidere di aumentare l’intensità e la durata. Ovviamente bisogna dimenticare la camminata da passeggio, quella lenta che si fa nei centri storici delle nostre città mentre si ammirano le vetrine dei negozi. Serve un passo spedito e costante per tutta la durata dell’attività. Meglio se si utilizzano dei bastoni da passeggio per allenare anche le braccia e bilanciare ogni singolo passo eseguito.
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Vediamone quindi i principali benefici per l’organismo:
I ricercatori dell’Università di Osaka hanno effettuato studi sulla camminata veloce, rilevando che la pratica per 5 giorni a settimana (magari prima/dopo i pasti) diminuisce la possibilità di incorrere in patologie cardiache.
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