La difesa di Antonio Logli, condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio della moglie, Roberta Ragusa, stanno preparando l’istanza per la revisione del processo.
Il legali di Antonio Logli, l’uomo condannato in via definitiva per l’omicidio della moglie, Roberta Ragusa, hanno manifestato la volontà di presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e l’istanza di revisione del processo. Quest’ultimi, con l’obiettivo di dimostrare l’innocenza dell’uomo, si baseranno su due elementi specifici: “Un avvistamento d Roberta in Liguria, durante la scorsa estate e due nuovi testimoni mai ascoltati prima d’ora“. A dichiararlo è la criminologa Anna Vagli, nominata come consulente dalla difesa di Logli.
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Roberta Ragusa, la difesa di Logli: “Due nuovi testimoni ed un avvistamento in Liguria“
Due nuovi testimoni, mai ascoltati prima, ed un avvistamento in Liguria durante la scorsa estate. Questi sarebbero gli elementi su cui si baserà la difesa di Antonio Logli per il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e l’istanza di revisione del processo. A spiegarlo è stata la criminologa Anna Vagli, nominata come consulente dalla famiglia di Logli. La criminologa, come riporta La Nazione, in merito non si è sbilanciata spiegando che i due nuovi testimoni sono toscani e che l’avvistamento, avvenuto in Liguria all’incirca un anno fa, è stato segnalato da una persona che ha visto Roberta da sola ed ha poi contattato la difesa di Logli.
“Per ora –prosegue Anna Vagli- non possiamo dire di più, se non che riteniamo di avere almeno due nuove piste investigative, mai vagliate prima. Queste dimostrerebbero una volta per tutte l’estraneità di Logli alla scomparsa della moglie e che la verità dopo oltre 8 anni va cercata altrove“.
Antonio Logli è stato condannato lo scorso 10 luglio a 20 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione per l’omicidio e la distruzione del cadavere della moglie, Roberta Ragusa, scomparsa da Gello, in provincia di Pisa, nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Secondo i giudici, l’uomo avrebbe ucciso la coniuge, per ragioni economiche e per motivi legati ad una relazione extraconiugale, e poi avrebbe fatto sparire il corpo che non è mai stato ritrovato.
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L’uomo, recluso nel carcere di Massa, ha sempre sostenuto la propria innocenza affermando di essere estraneo ai fatti.