Per via dell’effetto covid un terzo delle famiglie dichiara di avere risorse liquide per affrontare solo i prossimi tre mesi
“Oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare, in seguito alle misure adottate per il contenimento dell’epidemia”. È questa la considerazione più amara che emerge dall’indagine straordinaria sulle famiglie italiane (Isf) condotta dalla Banca d’Italia fra i mesi di aprile e maggio. 7
Una ricerca mirata che ha cercato di capire quale sia la reale situazione economica degli italiani e quali, nello stesso tempo, le aspettative delle famiglie in un momento di crisi nel cuore della pandemia da coronavirus.
Ne esce un quadro netto e per niente consolatorio. Un impatto severo quello della pandemia sui lavoratori, soprattutto quelli indipendenti. “Più di un terzo” delle persone che hanno aderito alla ricerca ha ammesso di avere risorse finanziarie che gli permettono di andare avanti solo per tre mesi. Soldi che servono per coprire le spese ed i consumi giornalieri in assenza di altre entrate.
Non solo i lavoratori indipendenti si trovano in questa condizione ma anche quelli dipendenti con un contratto a termine che come i disoccupati arrivano al 50% degli intervistati.
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Diverse le difficoltà che gli italiani hanno dovuto affrontare nel corso della pandemia con strascichi che si portano avanti ancora oggi. Quasi il 40% delle persone che hanno partecipato all’indagine ha ammesso di avere serie difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo. La parte più considerevole degli intervistati si trova nel Centro e nel Mezzogiorno. “Solo un terzo di chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo ha fatto ricorso o intende far ricorso alla moratoria mutui” rivela Bankitalia.
E insieme al mutuo si posizionano le vacanze, per molti solo un miraggio. Saranno molti gli italiani che vi rinunceranno, quasi un terzo delle famiglie del nostro Paese.
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Circa il 30% della popolazione, descrive l’indagine, non se lo può permettere di andare in vacanza questa estate e quasi il 60% pensa, invece, che a fine pandemia le spese per le vacanze e molti altri sfizi come ristoranti, cinema e teatri saranno di certo minori rispetto a prima.
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