Alcuni mesi fa, lo stesso durante un’intervista ai microfoni di ‘Vanity Fair’, aveva spiegato la sua decisione di proporre il patteggiamento piuttosto che affrontare un processo. “Mettersi a fare un processo pubblico nei confronti di qualcuno che non c’è più e far subire quel dolore a chi quella persona l’ha persa è una cosa che non farò mai“, aveva spiegato.
Michele aveva proseguito. “Ogni volta che si rievoca quel giorno per me è come mettere su un piatto comune qualcosa di molto privato – ha osservato –. Prendersi la colpa è la scelta di questa consapevolezza. Mi interessava poter chiudere, almeno legalmente. Per interrompere questo ciclo di dolore“.
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Infine Bravi aveva sostenuto la sua scelta con queste parole. “Non avevo previsto il rinvio. Non ho interesse a lottare per anni rispetto ai tempi della giustizia – aveva evidenziato –. Sono tutelativi, ma ogni rinvio è un pugno sullo stomaco. Per me e per l’altra famiglia. In quell’incidente abbiamo già perso tanto“.
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