Il fatto è avvenuto negli Usa. Il giovane che ha partecipato al “Covid-party” ha rivelato di non credere alla pandemia: “Credeva fosse una bufala”
Una storia che sa dell’incredibile e di inverosimile e invece è successa davvero. Nel cuore degli Stati Uniti, nel Texas, un ragazzo di 30 anni è morto per via del coronavirus in seguito alla sua partecipazione ad un “Covid-party”.
Il giovane credeva che la pandemia mondiale fosse solo una bufala e che nulla di quanto detto in questi mesi fosse vero.
È quello che lo stesso 30enne ha raccontato alla sua dottoressa poco prima di morire. Lo ha rivelato l’esperta, la dottoressa Jane Appleby, dell’ospedale Metodista di San Antonio. È stata lei che ha reso noto la confessione del ragazzo per mandare un messaggio ben preciso e far capire a tutti, giovani e non, che il coronavirus non è né uno scherzo e né un’invenzione. È un virus che colpisce tutti senza guardare in faccia a nessuno.
Il giovane le ha confessato prima di morire: “Credo di aver fatto un errore. Pensavo che il Coronavirus fosse una bufala, ma non lo è”. Lui aveva partecipato a quella festa organizzata proprio da una persona che era risultata positiva al coronavirus.
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La Appleby ha raccontato il fenomeno che dilaga in America, quello dei “Covid-party” spiegando che le persone si riuniscano “per vedere se il virus è reale e se qualcuno viene infettato”. L’esito per il giovane e per i partecipanti è stato più che chiarificatore purtroppo.
Gli Usa restano uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia, il primo al mondo per numero di casi. Oltre 3 milioni le persone infette e 134 mila le vittime.
Ma nonostante questo molti stati, e la stessa New York, riaprono e ritornano alla normalità. Emblematico è il caso della Florida in cui nonostante crescono i contagi con dati molto negativi, Disney World ha riaperto le sue porte a Orlando. Dopo 4 mesi il parco divertimenti è tornato in azione ed è qui in Florida che ieri si è recato il presidente Donald Trump.
Il vero problema degli Usa è il fatto che circa quattro persone su 10 positive al coronavirus sono asintomatiche e questo non aiuta a contenere il contagio. Inoltre, secondo quanto riporta l’Ansa circa la metà dei contagi avviene prima che le persone infette si ammalino e che si rendano conto della reale situazione delle cose.
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Questo è quello che è emerso dalle nuove linee guida emesse dai Centri Usa per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).
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