Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi mercoledì 15 luglio, ha comunicato i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia.
Il Ministero della Salute ha reso noto il nuovo aggiornamento sullo stato dell’epidemia da Covid-19 in Italia. Stando ai nuovi dati, i casi di persone risultate positive sono saliti a 243.506, ossia 162 unità in più di ieri. Scendono ancora gli attualmente positivi (-426) in totale ad oggi 12.493, così come i pazienti in terapia intensiva (-3) che ammontano a 57. Nuova crescita per i guariti: 196.016 in totale e 575 in più di ieri. Infine, purtroppo si registrano 13 nuovi decessi che portano il bilancio complessivo a 34.997 morti dall’inizio dell’emergenza.
Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di martedì 14 luglio
Nella giornata di ieri, stando ai dati comunicati al Ministero della Salute, i casi di contagio erano saliti a 243.344 . Di questi attualmente positivi erano 12.919 soggetti. Ancora in calo anche i pazienti in terapia intensiva erano 60. Cresceva il numero delle persone guarite: 195.441 in totale. Infine si aggravava il bilancio dei decessi che raggiungeva i 34.984 morti.
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Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di lunedì 13 luglio
Lunedì, stando ai dati comunicati dal Ministero della Salute, le persone risultate positive al virus erano 243.230. Gli attualmente positivi scendevano a 13.157. In calo anche i pazienti in terapia intensiva che risultavano essere 65. I guariti dall’inizio dell’emergenza erano 195.106. Si aggravava ancora il bilancio dei decessi per un bilancio complessivo di 34.967 vittime.
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Coronavirus, uno studio dagli Usa: “Un giovane su tre può contrarre il virus in forma grave”
Un recente studio di un team di ricercatori statunitensi afferma che anche per i giovani il nuovo coronavirus può essere pericoloso. Il lavoro di ricerca in questione è stato effettuato dagli esperti del Benioff Children’s Hospitals della University of California di San Francisco UCSF ed è stato pubblicato sul Journal of Adolescent Health. Nel dettaglio, secondo questo studio, un giovane, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, su tre può contrarre il Covid-19 in forma grave. I ricercatori, come riporta Repubblica, hanno analizzato un campione di 8.400 tra ragazzi e ragazze tra i 18 ed i 25 anni concludendo che la ‘vulnerabilità medica’ del campione fosse del circa 33% per i maschi e del 30% per le femmine.
Dati alla mano, dunque, gli esperti hanno spiegato che l’essere giovani, dunque, non esclude la possibilità di contrarre il virus anche in forma grave. A sostegno di questa tesi vi sono altri dati, non compresi nello studio dell’UCSF, sui ricoveri per fascia d’età. Rispetto ad aprile, difatti, come riporta Repubblica, nell’ultima settimana di giugno i ricoveri di soggetti tra i 18 ed i 29 anni sono cresciuti addirittura del 299%. Durante il mese di aprile i ricoveri tra i giovani erano 8,7 su centomila (128, 3 tra glia anziani), mentre circa due mesi più tardi sono saliti a 34,7 (306,7 tra gli anziani).
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Coronavirus, per Rasi l’allerta resta alta | Possibili le ricadute
Guido Rasi, direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco, ha affermato in merito ai tempi di attesa del vaccino che sarà necessario ancora attendere. Bisognerà mantenere, dunque, l’asticella dell’attenzione alta. L’invito dell’esperto è quello di non abbassare la guardia ed utilizzare tutti i dispositivi di sicurezza personale.
Sul fronte vaccino ha poi chiosato smentendo la voce che l’Ema avrebbe l’intenzione di autorizzare in fase 3 di sperimentazione la somministrazione del vaccino. Rasi ha affermato che non esiste alcuna norma di legge che li autorizzi ad effettuare ciò.
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Coronavirus, il nuovo e terribile sintomo scoperto post autopsie
Attraverso le autopsie effettuate sui corpi dei soggetti deceduti causa Covid, sarebbe emerso un importante dato. Non solo nei polmoni ma anche in altri importanti organi delle vittime sarebbero stati rinvenuti dei coaguli di sangue.
Nello specifico i grumi, come sottolineato da un patologo dell’Università di New York si sarebbero diffusi a macchia di leopardo. L’importanza di questa scoperta rileva al fine di individuare quale sia il reale danno arrecato all’organismo. Una patologia che non colpisce, dunque, soltanto l’apparato respiratorio.
Si pensi anche ai danni causati al cervello. Durante le prime fasi dell’emergenza, da Pechino, giunse notizia di un uomo a cui il virus aveva causato un aneurisma cerebrale. Ciò a riprova dell’aggressività del virus.
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