Il direttore esecutivo dell’Ema parla del vaccino contro il coronavirus e dice che i tempi sono ancora lunghi, ecco perché serve ancora cautela
Se in America si lavora all’ultima fase della sperimentazione del vaccino, nelle istituzioni c’è ancora molta cautela. Lo dice a chiare lettere Guido Rasi, direttore esecutivo dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Lo studioso afferma senza remore che per l’arrivo del vaccino ci vorrà del tempo, l’attesa non sarà breve e per questo occorre usare ancora molta cautela.
È necessario usare “protezioni, distanziamento e rispetto delle norme igieniche” dice in una intervista a La Stampa. L’Italia si trova in una “posizione di vantaggio” acquisita durante il lockdown e in questa fase di ripresa non deve assolutamente perderla.
E poi torna ancora sul vaccino e sulle procedure necessarie per la messa in commercio. Una cosa non facile che si racchiude nel processo autorizzativo dell’Ema che si basa su “dati attendibili, tali da poter dire che in queste circostanze epidemiche il rapporto rischio-beneficio favorevole al vaccino” ha spiegato Rasi.
E sulle voci che circolano sul fatto che l’Ema potrebbe autorizzare la somministrazione in fase 3 di sperimentazione ancora in corso, il direttore smentisce categoricamente. “In questo momento non c’è nessuna legge che ci autorizzi”. Non si tratta di fasi, precisa, l’esponente Ema ma di “evidenze che consentano una valutazione positiva del vaccino che in questo momento non abbiamo”.
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Rasi parlando ancora del vaccino spiega che le prime dosi potrebbero essere somministrate all’inizio del nuovo anno. Ma non è una data certa perché molte cose sono ancora da capire “sulla risposta immunitaria generata dal virus”. Lo studioso si riferisce allo studio del King’s College di Londra che ha messo in luce che la risposta immunitaria dei pazienti si indebolisce.
Il direttore dell’Ema ammette che le sue preoccupazioni in questi mesi non sono cambiate e che la strada per il vaccino non è affatto facile. Il motivo è presto detto: un virus nuovo e del quale si conosce veramente poco. “Non conosciamo quanto duri la risposta immunitaria e nemmeno di che tipo sia – dice – Se sia più efficace quella cellulare, ossia la produzione di linfociti che uccidono direttamente l’ospite sgradito. Oppure se funzioni meglio la risposta dei linfociti B, che generano la produzione di anticorpi specifici”.
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Ecco perché l’invito di Rasi, rivolto a tutti, è quello di essere più cauti ricordando che in ogni casa l’Ema garantirà “la massima sorveglianza sugli effetti dei vaccini”.
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