Nell’arco di un decennio la presenza di metano nell’aria è aumentata drasticamente: una nuova causa è stata rilevata da un recente studio.
A partire dal 2007 e per tutto il decennio successivo, la presenza di metano nell’aria è aumentata di quasi il 10% a causa di due fattori: il primo collegato all’industria del fossile, il secondo al consumo di carne, o meglio all’aumento delle attività zootecniche ed agricole.
Le emissioni di metano, ovviamente, vanno ad accelerare il processo di riscaldamento globale. Ciò si traduce nella tanto paventata ipotesi di un aumento delle temperature che potrebbero registrare +4°C rispetto all’inizio del secolo.
A riportare tali dati studi scientifici condotti da NASA e Global Carbon Project.
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I due studi condotti da NASA e Global Carbon Project, rispettivamente pubblicati sull’Earth System Science Data e sull’Environmental Research Letters, hanno consegnato il drammatico dato.
Dall’inizio del secolo, le emissioni di metano hanno subito una forte modificazione in tema di fattore causativo. Dapprima, riporta la redazione di Rinnovabili.it, l’attività umana che ne agevolava la presenza dell’aria erano solo le perdite dell’industria del fossile, oggi la causa è anche un’altra. A partire dal 2007, infatti, i Paesi in via di sviluppo con i loro massivi progetti zootecnici ed agricoli hanno incrementato il fenomeno.
Stando a quanto dichiarato da uno dei coordinatori dei due studi, Ben Paulter, il sistema agricolo contemporaneo ed i combustibili fossili starebbero incidendo in egual modo sull’immissione di metano nell’aria. Ed infatti, in Europa dove le politiche governative hanno ridotto sensibilmente il consumo delle carni non si sono registrati alti valori di metano. Ed infatti, le carcasse rilasciano nell’atmosfera proprio questo nocivo gas che contribuisce al riscaldamento globale.
Per misurare i valori di metano nell’aria gli studi presi in esame hanno utilizzato differenti tecniche. Ad esempio la NASA si è servita di immagini satellitari. Un sistema che ha concesso all’istituto aerospaziale di individuare i focolai di emissioni.
Stando ai dati raccolti, quattro anni fa il Pianeta aveva subito un emissione di metano pari a 600 milioni di tonnellate. Ciò significa quasi il 10% in più rispetto all’inizio degli anni 2000.
In primo luogo, la soluzione migliore per poter arginare il fenomeno alla luce della scoperta, sarebbe quella di limitare il consumo di carne. Successivamente gestire nel modo migliore le discariche o attuare piccoli accorgimenti.
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Il metano è una piaga tanto quanto l’anidride carbonica sul fronte riscaldamento globale. Un’attività di prevenzione efficace potrebbe, dunque, permettere all’uomo di non doversi trovare dinnanzi alla possibilità di dover affrontare entrambe le problematiche congiuntamente.
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