Andrea Crisanti sarebbe pronto a rassegnare le proprie dimissioni dal Comitato tecnico scientifico del Veneto: incomprensioni con Luca Zaia.
Il modello Veneto è stato quello più apprezzato durante la fase emergenziale, riuscendo a limitare i casi di contagio ed i possibili esponenziali decessi. Ciò grazie alle scelte assunte dall’amministrazione guidata dall’esperienza del professore Andrea Crisanti.
Oggi, però, il rapporto tra il virologo e Luca Zaia pare sia compromesso. A dichiararlo lo stesso Crisanti il quale avrebbe preannunciato il suo addio al Governatore.
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Quella del Veneto è stata la strategia di gestione dell’epidemia più apprezzata dalla comunità scientifica. A studiare il modello, la mente dell’eccelso professor Adrea Crisanti, molto stimato dall’amministrazione Zaia, la quale si è completamente affidata, con ottimi risultati, alla sua esperienza.
Un lavoro sinergico che proprio in virtù dell’esito avrebbe dovuto continuare, ma che oggi invece pare essere giunto al capolinea. A dichiararlo ai microfoni de Il Messaggero, lo steso Crisanti. Il genetista avrebbe anticipato una drastica decisione, quella di voler abbandonare il Comitato tecnico scientifico regionale.
A determinare la decisione, avrebbe affermato, il fatto che il Governatore Zaia adesso preferirebbe affidarsi a chi dice che ormai il virus non esiste più ed alle scelte che si stanno assumendo le quali starebbero portando ad una nuova ondata di ricoveri. Alla redazione de Il Messaggero, Andrea Crisanti avrebbe riferito: “È il risultato della decisione di Luca Zaia di affidarsi a persone che affermano che il Sars-Cov2 è sparito. Intanto, però, gli ospedali tornano a riempirsi“. Un dato, quest’ultimo, confermato dalle rilevazioni che vedono un aumento dei casi di contagio riconducibili alle riaperture ed a tutti quei concentrati di positivi sui luoghi di lavoro. Andrea Crisanti lancia poi una frecciata al veleno: “Il focus si sta spostando sugli immigrati, in realtà sono tanti i nostri connazionali positivi“.
Il genetista si è poi soffermato su quello che sarebbe il punto focale della rottura: “In sostanza quelle che erano le necessità politiche hanno avuto la meglio sulle indicazioni della scienza. Era necessaria – riferisce Crisanti a Il Messaggero- utilizzare un modello comunicativo che intimasse prudenza e gesti responsabili“. Ed ancora: “A rendere efficace il modello Veneto era la sorveglianza attiva (un sistema di tracciamento capillare ndr), un qualcosa che avevo proposto io. Ora i tamponi vengono eseguito solo sul personale sanitario. Ciò si traduce in una non curanza del resto del territorio“.
Ma quando sarebbe avvenuto il punto di rottura? Il genetista Crisanti ricorda una data ben specifica, il 17 marzo scorso. Da quel giorno l’atteggiamento di Zaia nei suoi confronti sarebbe radicalmente mutato. Per il professore il motivo sarebbe uno, stando a quanto riferisce a Il Messaggero: “Zaia sarà stato infastidito dalla mia popolarità. Per tale ragione ha assegnato meriti a chi invece non li meritava“.
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Il professor Crisanti ha chiosato affermando: “Io mi dissocio da quanto sta avvenendo oggi. La regione Veneto, oggi, sta agendo in maniera opposta rispetto alla linea da me suggerita“.
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