Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, domenica 19 luglio, ha diffuso i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.
Il Ministero della Salute ha pubblicato il consueto aggiornamento sullo stato dell’epidemia in Italia. Stando ai dati odierni, i casi di contagio sono saliti a 244.434 con un incremento di 218 unità. Tornano a crescere i soggetti attualmente positivi che risultano essere 12.440, ossia 72 in più di ieri. Scendono i ricoveri in terapia intensiva: 49 in totale e 1 in meno rispetto a ieri. Il numero delle persone guarite dall’inizio dell’emergenza è giunto a 196.949 (+143). Infine, stando all’aggiornamento, si sono registrati 3 nuovi decessi che portano il bilancio complessivo a 35.045 vittime.
Nelle note della tabella del Ministero si legge che il Molise ha precisato che un caso del 18 luglio risulta essere “negativo confermato”. La Basilicata, invece, ha specificato che domani comunicherà il numero esatto dei casi testati e dei tamponi effettuati.
Nella giornata di ieri stando ai numeri resi noti dal Ministero della Salute, le persone risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza era salito a 244.216. Nuovo calo dei soggetti attualmente positivi che ammontavano a a 12.368. Nessun nuovo ricovero in terapia intensiva che ieri confermava il totale di 50 pazienti. Il numero dei guariti era giunto a 196.806. Purtroppo si aggravava ancora il bilancio dei decessi per un totale di 35.042 decessi dall’inizio dell’epidemia.
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Nella giornata di venerdì i casi di contagio complessivi erano 243.967, di questi 12.456 gli attualmente positivi. Scesi anche i pazienti in terapia intensiva che risultavano essere 50 in totale. I guariti erano guinti a 196.483. Infine il bilancio totale delle vittime ammontava a 35.028.
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Numeri agghiaccianti quelli collegati alla pandemia: nelle ultime 24 ore, infatti, i casi positivi su tutto il pianeta sarebbero stati più di 250mila ed i decessi 7.360. Dati che riflettono quello che è l’attuale stato emergenziale descritto dall’Oms. I Paesi maggiormente colpiti restano USA e Brasile a cui seguono India e Sudafrica.
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È possibile divertirsi, ma senza dover abbassare la guardia. Questo in sintesi il messaggio lanciato ai giovani dal Presidente del CSS, Franco Locatelli raggiunto dalla redazione de Il Corriere della Sera.
Seppur attualmente sotto controllo il virus continua a circolare, per questo l’invito dell’esperto rivolto soprattutto a chi considerata la bella stagione e i mesi trascorsi in casa, ora vuole uscire e recuperare la propria vita sociale. “Ai giovani dico: divertitevi responsabilmente. Non scambiatevi i bicchieri, evitate gli assembramenti, indossate le mascherine – afferma Locatelli- quando è necessario, ad esempio quando intorno a voi ci sono troppe persone non distanziate“. Il Presidente del CSS chiude il suo invito con un accorato appello al buon senso: “Fatelo per impedire al virus di riprendere piede. Fatelo per voi ed in memoria di tutte le vittime“.
Il professore ha spiegato che i giovani posseggono una immunità naturale più efficiente e riescono a produrre anticorpi più velocemente. Ed infatti, i ragazzi colpiti dal Covid-19 sarebbero per la maggiore pauci o asintomatici.
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Quella del Veneto è stata la strategia di gestione dell’epidemia più apprezzata dalla comunità scientifica. A studiare il modello, la mente dell’eccelso professor Adrea Crisanti, molto stimato dall’amministrazione Zaia, la quale si è completamente affidata, con ottimi risultati, alla sua esperienza.
Andrea Crisanti avrebbe anticipato una drastica decisione, quella di voler abbandonare il Comitato tecnico scientifico regionale.
A determinare la decisione, avrebbe affermato, il fatto che il Governatore Zaia adesso preferirebbe affidarsi a chi dice che ormai il virus non esiste più ed alle scelte che si stanno assumendo le quali starebbero portando ad una nuova ondata di ricoveri. Alla redazione de Il Messaggero, Andrea Crisanti avrebbe riferito: “È il risultato della decisione di Luca Zaia di affidarsi a persone che affermano che il Sars-Cov2 è sparito. Intanto, però, gli ospedali tornano a riempirsi“.
Il genetista si è poi soffermato su quello che sarebbe il punto focale della rottura: “In sostanza quelle che erano le necessità politiche hanno avuto la meglio sulle indicazioni della scienza. Era necessaria – riferisce Crisanti a Il Messaggero- utilizzare un modello comunicativo che intimasse prudenza e gesti responsabili“. Ed ancora: “A rendere efficace il modello Veneto era la sorveglianza attiva (un sistema di tracciamento capillare ndr), un qualcosa che avevo proposto io. Ora i tamponi vengono eseguito solo sul personale sanitario. Ciò si traduce in una non curanza del resto del territorio”.
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